Non c’è dubbio alcuno che la massima espressione del grande
spirito di accoglienza che animava i senesi dell’antichità sia
l’ospedale di Santa Maria della Scala, nato in seno alla chiesa
episcopale probabilmente sin dal periodo altomedievale.
L’ospizio (“xenodochium”,
etimologicamente “asilo per stranieri”) da intendersi come
ricovero per forestieri, e l’ospedale (“hospitalis”) come punto
di assistenza e supporto caritativo per i più disagiati e indigenti.
Con la prima funzione che appare preminente rispetto all’altra,
fatto peraltro logico considerando che l'istituto dovette sorgere, e
pian piano crescere fino a divenire uno degli ospedali più grandi,
ricchi e importanti del Medioevo, soprattutto come necessario luogo
di sosta, conforto, rifocillamento e assistenza dei pellegrini in
transito da Siena durante l’estenuante cammino.
Probabilmente il
primissimo nucleo del futuro ospedale di Santa Maria era localizzato
all’interno della canonica del Duomo, che era attigua al suo fianco
destro (dove oggi sorge il palazzo Arcivescovile per capirsi), ma
intorno alla fine del XII secolo si rese necessario costruire una
nuova struttura da adibire esclusivamente alla funzione caritativa e
assistenziale, che ormai non poteva più essere relegata in
un’angusta porzione del complesso vescovile. Ciò perché stava
crescendo sensibilmente il patrimonio accumulato dall’ente,
soprattutto grazie alle crescenti donazioni di cittadini, ma anche
per conferire allo stesso una precisa identità e riconoscibilità
come segno tangibile della carità prestata dai canonici.
E siccome
davanti alla Cattedrale vi era uno spazio sufficientemente ampio e
pressoché libero da edifici o manufatti, si pensò bene di
realizzare la nuova struttura proprio lì, in un luogo comunque
prossimo alla chiesa episcopale.
All’epoca, tuttavia, si rifletté
anche su altri aspetti fondamentali: data la natura e la particolare
funzione svolta dell'ente, fu ritenuto opportuno scegliere una
localizzazione che rispondesse ad esigenze di tipo pratico, quali, ad
esempio, l'essere agevolmente accessibile, per cittadini e
soprattutto viaggiatori, avere una buona esposizione alla luce e
all'aria (area soleggiata, aperta, ventosa), avere la possibilità di
evacuare i rifiuti senza arrecare troppo danno al quartiere e,
soprattutto, avere spazi circostanti per espandere le proprie
strutture. Insomma si doveva ancora costruire la nuova sede, che già
si pensava a come questa avrebbe potuto svilupparsi nel tempo, fatto
effettivamente e clamorosamente avvenuto nei secoli successivi (il
complesso di Santa Maria della Scala è stato definito, non senza
ragione, “una città dentro la città”).
L'estrema attenzione con
cui fu realizzato questo nucleo originario dell’ospedale è d’altra
parte dimostrata, a tanti secoli di distanza, dalla collocazione dei
pozzi di butto (vere e proprie discariche a cielo aperto),
correttamente ubicati proprio sul retrostante versante del Fosso di
Sant'Ansano.
Ebbene, mentre stavo raccontando questi fatti durante
una piccola conferenza che ho tenuto sull’argomento qualche giorno
fa, pensavo tra me che ancora oggi è assai radicato il concetto,
peraltro ormai abbondantemente superato dalla storiografia, che l’età
medievale sia stata un’epoca buia e di generale regresso, popolata
da comunità barbare e incolte (specie nel cosiddetto alto-medioevo).
Tuttavia, almeno qui a Siena, questa gente ha saputo costruire
edifici, come lo spedale, seguendo criteri costruttivi e urbanistici
almeno ragionevoli, mentre noi moderni costruiamo le caserme dei
Vigili del Fuoco proprio accanto ad una rotonda (o realizziamo una
rotonda proprio all’ingresso della caserma, fate voi) e quasi tutte
le lottizzazioni edilizie di più ampia volumetria realizzate negli
ultimi anni sono dislocate in posizioni quantomeno disagevoli (“in
buca”, come avrebbe detto mia nonna).
Tempi barbari quelli…….
Roberto Cresti
Grande!
RispondiEliminaPensa se chi progettò il Santa Maria della Scala arricchendolo di tanti affreschi ed opere d'arte avesse immaginato che 1000 anni dopo una geniale amministrazione comunale lo avrebbe adibito a PalaZUMBA............eh si, che barbari!
Gianluca