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venerdì 29 agosto 2014

Keep calm

Penso sia arrivato il momento del relax, delle domande, dell'apertura al dialogo verso l'altro, dell'ascolto. 
Qualcosina non va e sarebbe ipocrita nasconderlo. Ma ci vuole poco per risolvere qualche problemetto.





W tutti eh, ci mancherebbe altro.
La squadra va, la libidine è altissima, il popolo bianconero ha risposto (ancora una volta) benissimo al richiamo della nuova società, tuffandosi in massa alla stipula degli abbonamenti.
Eppure, qualcosina non quadra. Ed a mio avviso, come spesso accade, il problema è anzitutto di forma, di metodo di comunicazione. Poi vedremo se esiste anche un problema di sostanza.
La considerazione mi nasce dopo aver ascoltato i due interventi che in settimana Ponte ha effettuato presso Siena TV (in formato telefonico) e Canale 3 Toscana (con intervista in studio).
Un presidente un po' nervoso, forse teso per la grande mole di lavoro che sta svolgendo, è entrato a gamba tesa nella trasmissione condotta da Salomoni e Sardone, gridando al complotto solo perché Stefano Osti era intervenuto poco prima per far rilevare alcuni eventi che hanno avuto scarsa programmazione societaria e zero seguito.
Ora, la trasmissione di Siena TV è quanto di più "democratico" è dato di vedere dalle nostre parti, poiché chiunque può telefonare e parlare in diretta, senza filtri. Così come ha fatto Ponte, fra l'altro.
Osti ha ancora una volta ribattuto circostanziando le critiche ed argomentando (ripreso poi immediatamente dopo da Pietro Poggi); Ponte ha "sclerato", in maniera poco elegante e soprattutto per niente produttiva.
Diciamocelo chiaramente: la questione del settore giovanile non riconfermato, ci fosse stata o non ci fosse stata la deroga per accedere a campionati regionali, è stata una mossa improvvida ed un vulnus che ha fatto alzare le orecchie ad alcuni. Possibile che si sia scelto di smantellare il futuro di una neonata società, quando per riorganizzare il tutto il prossimo anno ci vorranno denari forse quintuplicati?
Capiamo bene la richiesta di Ponte: datemi tempo per strutturarmi, datemi tempo per organizzarmi. Anche perché le risorse sono limitate.
Ma allora parliamone serenamente, delle problematiche. E condividiamole per quanto possibile.
Se si fosse detto fin dall'inizio: signori, per quest'anno del settore giovanile non ci interessa, perché preferiamo concentrare tutti i nostri sforzi sulla possibilità immediata del salto di categoria, forse si sarebbero create meno frizioni e pochi malumori.
Invece la questione si è trascinata per giorni, fra silenzi imbarazzanti e pressioni (giustificate) dei genitori dei ragazzi.
Stessa situazione sta capitando nell'organizzazione dello staff societario. Capiamo benissimo (e sponsorizziamo in parte il concetto) che, essendo la Robur una società dilettantistica, ci si debba affidare molto al volontariato. Ma non per tutto, non per tutte le mansioni. Ad un certo punto, diventano importanti anche le questioni che paiono più marginali. E si capisce benissimo che la competenza costa.
Lo capisce certo anche Ponte, che non è certo l'ultimo arrivato. Ma, proprio per questo, dovrebbe a mio parere riuscire a spiegare meglio le proprie teorie, senza arroccarsi su posizioni di difesa e iniziare a definire i criticoni come coloro che non vogliono il bene della neonata società (parole che Ponte non ha detto, ci mancherebbe, ma che in un certo senso, così sono "arrivate").
Insomma, calma e gesso.
Ieri si sono incontrati in Comune i tre che contano (Ponte, Agnolin, Mele) con i rappresentanti delle Istituzioni.
Sarebbe splendido se ci fosse spiegato, con calma e senza segreti, lo scopo della riunione e soprattutto il contenuto della discussione. Anche, arrivo a dire, se si fossero affrontati problemi spinosi.
In modo tale che, finalmente, i tifosi possano iniziare a godersi questa bella squadra che pare stagliarsi all'orizzonte.




"Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni"


(Morgan, Altrove)

1 commento:

  1. Considerazioni su quanto citato nel bell'articolo Keep Kalm riguardo al SETTORE GIOVANILE: marginale ma comprensibile lo scontento dei genitori e dei ragazzi dell'ex Robur, marginale se la Robur si ritrova fra i dilettanti, altresi marginale l'esistenza o meno della deroga per accedere a campionati regionali. Il vero problema di fondo NON MARGINALE è pensare da DILETTANTI. Pensare oggi da DILETTANTI è DIABOLICO. Il tempo tiranno, priorità prima squadra, tutto comprensibile, MA, ma quando c’e’ un ma c’e anche un perché e allora perché non investire da subito sul futuro prossimo della Robur. Investire oggi vuole dire pensare da PROFESSIONISTI. Ora il tempo a disposizione per organizzare bene non manca, importante è per la prossima stagione riportare i piccoli Robur dispersi in una struttura ben organizzata ed efficiente.

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