Nel corso del suo viaggio in terra siciliana, l'Eretico di Siena si lancia, con impeto da avanguardista, a scrivere un articolo che crea un pericoloso parallelo fra Siena e Palermo.
E non sapete quanto piacere mi ha fatto leggerlo.
Perché da un po' di tempo un articolo del genere lo volevo scrivere anche io. Sicuramente lo avrei fatto in modo differente, certamente lo avrei partorito peggio.
Ben venga, pertanto, l'imbeccata di Raffaele, dato che crea un'assonanza fra due città, due mentalità che noi, avvolti nella nostra bolla quantistica di sviamento delle coordinate spazio-temporali, abbiamo sempre pensato essere agli antipodi: Siena (la più bella delle città) e Palermo (la più mafiosa delle città).
Eppure, leggendo l'Eretico, le somiglianze sono inquietanti e difficilmente impugnabili. Anzi, addirittura, ci viene suggerito che, per certi versi, i Palermitani sono ben più avanti dei Senesoni nella comprensione dei propri problemi, nella coscienza della propria mafiosità.
Che Palermo, "forte" dei propri drammi e del sangue corso per le vie cittadine, ha cercato perlomeno di produrre degli anticorpi, differentemente da Siena, dove la gente, zombizzata da anni di benessere, fa fatica ancora a riconoscere cosa sia giusto o sbagliato combattere.
Che la gente in Sicilia parla di ciò che è avvenuto e sta avvenendo, lotta, si organizza, magari affiancata da pezzi delle Istituzioni (Tribunali, Guardia di Finanza) preposte a combattere il mostro.
Che anche a livello culturale a Palermo esiste un movimento che denuncia, con vari metodi, la pratica mafiosa, mentre a Siena, oltre i bloggers, non esiste una contro-cultura che metta alla berlina i Potenti. Anzi...
Oddio, Lele va anche oltre. Leggete bene queste righe, estrapolate dal suo articolo dell'8 agosto:
"Molti diranno che a Siena c’è stata sì cattiva politica... di certo una clamorosa mala gestio, ma aggiungeranno
che parlare di Mafia è davvero troppo: mentono, sapendo bene di mentire".
Miiiiizzica! Eretico, cosa ci dici mai? Sai benissimo che noi non vogliamo sentirle certe cose, non ci vogliamo soprattutto ragionare sopra. I Palermitani sono dei terroni per antonomasia, noi siamo razza superiore, solo l'accostamento ci piace il giusto. Darci dei "mafiosi", poi...
E che il tutto crei un mal sopito malumore mi pare lo si colga anche dalla quantità e dalla qualità dei commenti all'articolo dell'Eretico: poca gente scrive per poco approfondire.
A parte qualcuno, come il Sig. Tonino Polistena di Oppido, che ci spiega il significato sociale dell'inchino del Santo alla famiglia di un boss mafioso e lo paragona a certi "inchini" che avvengono a Siena durante i giorni di Palio (e di certe sbandierate, mi verrebbe da aggiungere). E di come, cercando di spiegare il tutto a certi Senesissimi, abbia avuto l'impressione che l'interlocutore "non capisse" (virgolette sue). Ecco, in quel "non capisse", a mio avviso, è racchiuso il senso di ciò che voglio dire io e che, forse, voleva dire anche Raffaele.
Il pensiero, pertanto, è spinosissimo. Per cui, nello stile di Wiatutti, è da indagare più a fondo.
Iniziamo tuttavia con delle domande che ci mettano a disposizione una griglia concettuale di ciò di cui stiamo parlando.
Cosa vuol dire "sistema mafioso"? Cosa significa invece "mentalità mafiosa"?
Ma soprattutto - fattore che a me interessa più di tutto - possiamo creare un collegamento fra "Mafiosità" e "Senesità"?
AVVOLTOI- MAFIOSI- MASSONI- POLITICA QUESTO E' IL GROVIGLIO SENESE VI SIETE MAI CHIESTI PERCHè A SIENA NON ESISTE UNA FABBRICA CHE COSì SI POSSA CHIAMARE? PERCHE A POGGIBONSI SI E SIENA NO??
RispondiEliminail "non capire" (sempre virgolettato) non è altro che il non voler ammettere che,quanto meno,Siena e Palermo siano sullo stesso piano. poi ok-vabene-vabenissimo,laggiù la mafia uccide fisicamente,qui ancora no. ma non vuol dire niente, perchè potrebbe smettere lì e iniziare qua,anche solo per vezzo.Bozzon
RispondiEliminaBellissimo post. Però, a mio avviso, sul caso di Siena siamo ben oltre il collegamento Mafiosità-Senesità. L'omertà ed il servilismo ad oltranza è ormai il minimo comune denominatore di interi gangli della società senese, abituata come quella siciliana ad essere dominata da "invasori" (è solo dal 1559 che Siena non è più indipendente). E' come se questa comunità, oltre all'aver già demandato la propria identità ed obiettività a una oligarchia di stampo paternalistico perché voleva solo bearsi dell'illusione del benessere promesso e percepito senza accollarsi alcuna responsabilità, stesse vivendo una sorta di schizofrenia dovuta ad un gigantesco e tuttora insanabile complesso edipico. Ergo, non ci sarà pace al conflitto finché Babbo (Monte) non sarà metaforicamente freddato e l'Edipo senese finalmente comincerà a costruirsi una vera identità sulle proprie capacità, e la società civile locale, che ha probabilmente vissuto sopra le proprie possibilità in costante escalation con il vicino di scrivania o di casa, orfana di una borghesia opinion leader mai nata, non avvierà un processo di revisionistica autocritica (il revisionismo non è necessariamente negativo, anzi) e ammetterà i propri errori. Come tutte le persone intelligenti, di buon senso e dotate di senso del pudore.
RispondiEliminaForse ci vorrà ancora un po' di recessione per risvegliare le assopite coscienze.
Se escludi l'aspetto delle minacce fisiche, degli omicidi, della delinquenza in genere certo che si: mafioso = omertoso = massone = potere = controllo = piccoli privilegi = senesone = ganzo = pecora
RispondiEliminaA Siena non c'è la mafia, a Siena c'è la mafia col grembiule che è leggermente diversa. Potremmo chiamarla mafioneria...
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