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giovedì 21 agosto 2014

Allons enfants (come ti divento Capitale Europea della Cultura)



Vi scribacchio qualcosa dalla Provenza.
Anzi, più precisamente da Marsiglia, che con la Provenza c'entra il giusto.

Anzitutto, un consiglio: chi non ha mai visitato Marsiglia, lo faccia.
Città affascinante, non bellissima, ma assai stimolante. Poco provenzale, ancor meno francese, molto araba, un po' mediterranea.
Qui hanno avuto sicuramente dei problemini con i piani regolatori urbanistici negli anni scorsi.
La cite' e' difatti un groviglio di strade, edifici, tunnel, megacondomini messi totalmente a casaccio. Come se un qualche dio minore avesse mescolato il tutto in una busta ed avesse estratto a sorte e posta una cosa accanto all'altra. Ecco perché quindi possa capitare di trovare accanto ad una chiesa gotica del 1200 un palazzo di edilizia popolare anni '50 ed una costruzione i-tec di futuristici tempi.
Questo ciò che appare oggi. Ma fino a l'altro ieri, pare che lo solfa non fosse come vi racconto.
Punto di svolta, l'essere stata Capitale Europea della Cultura nel 2013.
Forse stavolta non si parla di una città canditata. E forse stavolta i soldi della UE non sono stati fagocitati all'istante da rapaci amministratori locali (ai quali i Marsigliesi, notoriamente gente incazzereccia, non hanno neppure chiesto scusa), ma sono stati utilizzati per ripulire, riedificare, riqualificare interi pezzi di impianto urbanistico.
La zona del Vecchio Porto appare totalmente cambiata, quasi completamente pedonale e rifatta dall'architetto Norman Foster. L'area intorno alla Cattedrale ha subito drastici cambiamenti, con lo zampino di gente come Fuksas, Nouvel, Ricciotti e Boeri. Ancora oggi si vedono cantieri per migliorare i trasporti pubblici. Insomma, l'impulso e' stato drastico, il cambiamento totale.
Per doventare Capitale Europea della Cultura, quindi, Marsiglia ha semplicemente prima pensato e poi fatto le cose in grande. Ha ipotizzato progetti ambiziosi ma perseguibili, attraverso la collaborazione di menti geniali e delle migliori firme sul mercato. Ha speso bene i fondi erogati, soprattutto ha reso fruibile anzitutto ai residenti e poi ai turisti gli sforzi effettuati in fase di progettazione.
Risultato: un mare di turisti, attività che aprono, una miriade di cose da fare o di eventi da vedere. Ma soprattutto si apprezza un cambiamento nella mentalità delle persone.
Qui si vedono ragazzi di venti-trenta anni che gestiscono ristoranti, aprono negozi, decidono di fare impresa. Senza attendere una chiamata dalla banca o dal Bassilichi di turno.
Qui si combatte gomito a gomito con maghrebini, armeni, donne con il copricapo, uomini con i tradizionali cappellini ebrei. Senza dannarsi l'anima a dare la colpa dei propri e degli altrui fallimenti ai "diversi" (terroni, extracomunitari, studenti, extramoeniani).
Qui ci si incazza quando si subisce un'ingiustizia, a costo di rischiare del proprio. Senza stare a giornata a scrivere su facebook di quanto brutto sia il sistema, salvo poi giuatificarlo nei fatti e riperpetuarlo all'infinito.
Qui insomma si fanno poche seghe e si ruba poco, si fanno pochi proclami e si investe concretamente in progetti di pubblica utilità.
Qui...


"Siamo venuti da tutti gli orizzonti"
Nicolas, ragazzino marsigliese

1 commento:

  1. Concordo, anche se a Marsiglia hanno un grosso difetto che si cura male ... sono francesi ...

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