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lunedì 14 luglio 2014

Riporta all'altare!

Chi è nato e cresciuto a Siena, della mia generazione, sicuramente una volta nella propria vita avrà incontrato Sello e non avrà resistito alla tentazione di berciargli: "Riporta all'altare"!




Per chi non fosse di Siena, mi fermo a spiegare.
Sello era un matto boncitto, che anni fa gironzolava sempre per città. Non faceva del male a nessuno, al massimo sbavicchiava un po'.
Per chi, come me, era più attratto dai personaggi e dai matti che non dalla fica, era come andare a nozze. Ci potevi passare ore, a parlare del niente, con questa gente: Diabolico, Trombetta, Papero, Sello, e chi più ne ha, più ne metta.
Ma se c'era una cosa che non si doveva fare, era urlargli: "Riporta all'altare"!
Narra la leggenda, infatti, che Sello, un dì, rubò un suppellettile alla Chiesa di San Cristoforo ed un altro enorme (in tutti i sensi) personaggio della Siena che fu, tale Brodolone, lo rimproverasse talmente tanto e con tale veemenza, che Sello si arrabbiò e introiettò questa esclamazione, come quella di qualcuno che gli volesse far del male. E che, sentendola, perdesse totalmente il capo, fino a divenire cattivo e pericoloso.
Oggi Sello pare abbia fatto una finaccia. Ma a Siena è stato sostituito da altri "Selli", forse ancor più scemi di lui.
Oggi, la locuzione "Riporta all'altare!" dovrebbe essere usata per altri personaggi, legati anche all'AC Siena.
Il riportare all'altare dei nostri giorni, ahimè, non riguarderebbe qualche suppellettile, ma fior di quattrini, prestati o rubati poco importa.
E pare proprio che, finché questo soldi non siano riportati all'altare, la situazione non si possa sbloccare.
E che l'altare, oggi, non sia quello di una chiesa, ma di un noto istituto di credito.
Caro Sello de Roma, ora o mai più. Lo sappiamo benissimo che anche te, ogni volta che ti è stato detto di ridare ciò che avevi distratto, hai fatto come Sello vero, anzi, peggio: hai pianto, hai mistificato, hai circuito, hai chiacchierato, ti sei irato.
Direi che è arrivata l'ora di farla finita.
A Sello, quello nostro, qualcuno gli berciava: "Se non riporti, chiamo la polizia, ti prendono e ti portano in galera".
Che la storia rischi di ripetersi?

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