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venerdì 30 agosto 2013

Il guajiro di Matanzas

Di ritorno dalle vacanze, mi rimane di primo impatto nel naso  il solito odore marcio della baia de L'Avana, il fresco dei fiumi incontaminati dell'interno cubano, l'aguazero immancabile di pomeriggi afosi.
Ma soprattutto porto con me l'immagine splendida di un esile omino incontrato per caso, che tanto, non so perché, mi ha ricordato altrettanto squallide figure che attraversano Siena.

Guajiro vuol dire letteralmente "contadino"; ma contadini veri, di quelli che costellavano l'Italia decenni fa.
Il nostro personaggio lavora come posteggiatore totalmente abusivo presso Las Cuevas de Bellamar, addirittura il sito turistico più antico di Cuba, nei dintorni della città di Matanzas. Dotato di sdrucita pettorina gialla con su scritto "Racing de Santander", che chissà come sia arrivata fin lì, ma che comunque fa molto "figa", il guajiro è dotato di penna e di blocchetto di carta made himself, i cui pezzettini vengono appiccicati su qualsiasi mezzo girelli e posteggi davanti alle grotte: macchine post-moderne, almendrones anni '50, sidecar, biciclette, spettacolari moto russe anni '70, trattori, ciuchi.
Prezzo per tutti: 5 pesos cubani, sosta a tempo illimitato. Circa 1 centesimo di euro.
Il guajiro arriva la mattina alle 6 e stacca la sera alle 17,00, quando poi inizia il turno di sorveglianza alla struttura turistica, che dura tutta la notte. Lo Stato gli paga l'equivalente di circa 20 euro al mese per questo secondo lavoro, mentre il guadagno "peso" arriva dall'occupazione di posteggiatore.
Molti clienti non pagano, adducendo mille scuse, ma il guajiro mi diceva che a lui va bene così, l'importante è "non essere trattato male". Qualche turista gli offre di più, a volte qualcuno gli chiede di lavargli il carro per circa 1 euro. Tutto guadagno.
Gli occhi verdi come la vegetazione del giovane contadino riflettevano una felicità interiore che poche volte ho visto in vita mia.
Carlos, questo il suo nome, mi spiegava come aveva fatto carriera: iniziato a tagliare l'erba dei campi, era divenuto carbonaio, poi guardavacche. Infine posteggiatore.
Ma, diceva, dentro rimaneva sempre un guajiro, una persona umile, che la notte dormiva bene, guardando l'universo di gente conosciuta che, al contrario, segnata da un inizio di stato di benessere, aveva abdicato ai propri principi morali e spirituali, divorandosi l'anima e cambiando atteggiamento verso la vita.
L'importante per lui, invece, era ancora arrivare a casa la sera e mangiare un piatto di patate del campo con la famiglia, sapendo che anche quel giorno aveva fatto ciò che di meglio poteva fare.

W il guajiro di Matanzas.

10 commenti:

  1. Sono queste persone che meglio sanno interpetrare la vita ...t fanno apprezzare le piccole cose che tanti di noi non considerano come un pasto caldo a casa quando torni ,o l'amore x quello che fai che molto spesso diventa rutin xké ambiamo a di più !!! Onore al guajiro e che dio Lo benedica

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  2. splendido simone!!!
    da incorniciare ed appendere bene in vista...splendido!!!

    credo che solo certi luoghi "poveri" possano ancora nascondere i veri valori della vita, che spesso perdiamo rincorrendo falsi idoli ed effimere felicità...

    Bota

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  3. Caro dott. Almutanabbi, mi è mancata la sua prosa, asciutta e sarcastica. Queste parole sul Guajiro regalano serenità e malinconia, sono quasi poesia.
    Grazie.

    Pico Magnatum

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  4. Bel racconto davvero.
    Ma spero, che oltra ad aver incontrato e parlato con questo meraviglioso uomo, abbia incontrato e non solo parlato con qualche morosita locale. Wsg.

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    1. Caro amico, l'età avanza, Cuba non è più la stessa Cuba, la chimica costa... Quindi abbiamo assistito ad uno squallido pareggio a reti inviolate, stile calcio giampaoliano

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    2. Mi spiace. Mi sa che siamo coetanei. Quindi mi sa che Cuba la posso cancellare. Magari a dicembre vo in Brasile. Peggio di uno zero a zero di stile giampaoliano non c'e'nulla.Wsg

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    3. Ti consiglio Arezzo, vicino, non caro, presente la parte migliore del Sud America

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  5. ti avevo scritto ma devo avè fatto casino lo rimando ora vediamo.
    BENTORNATO guajiro

    Bella storia e anche commovente che insegna tante cose alla nostra gente arrivista e solo predisposti ad inculare il prossimo per collaudare sempre la nostra furbizia. ciao guajiro
    Galileo

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  6. siamo tutti "guajiro" .. o no?

    Franz

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  7. Bisogna correre dietro alle vacche. Se lo facessimo tutti almeno una volta l'anno la percezione del mondo cambierebbe in meglio

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