San Prospero è una piccola regione di Siena Centro incastonata tra la strada di Pescaia ed il perimetro orientale della Fortezza Medicea. La sua capitale è da sempre Viale XXIV Maggio, nella quale si raggiunge la quota più elevata del paese, essendo stata edificata 15 mt sopra il livello del sottostante Ristorante La Verbena.
Territorio particolarmente ambito fin dall’epoca medioevale, San Prospero ha saputo difendere con valore la propria indipendenza, sia dai ripetuti assalti del quartiere dei Cappuccini sfociati nella sanguinosa battaglia del Saracino nel 1248, sia dai continui tentativi di conquista perpetrati dagli agguerriti dipendenti dell’Automobil Club Italiano, indicativamente risalenti agli anni dal 1303 al 1396.
Dalla metà dell’ottocento lo stato risulta virtualmente annesso al Comune di Siena, ma nonostante ciò è riuscito a mantenere una propria amministrazione autonoma, la quale, attraverso una condotta lineare nel tempo ha generato una sorta di isolamento geografico, che paradossalmente è, senza ombra di dubbio, la vera fortuna della regione.
Infatti la strada principale che collega San Prospero con la città è costellata di semafori con mentalità primordiale ed è famosa per il gran numero di insulti che gli automobilisti puntualmente indirizzano ai loro simili e all’amministrazione pubblica, identificabile nella guardia posta all'interno del baldracchino, che con sguardo affatto intelligente comanda la viabilità incurante di ogni offesa ed esigenza altrui.
La seconda arteria quella denominata “delle Grotte” è ancora oggi ai più semisconosciuta e ormai rimane chiusa al transito, a causa di frane e smottamenti vari che la flagellano.
Da subito la gente di San Prospero ha capito che comunque turismo e collegamenti agevoli avrebbero portato, si, lavoro e possibilità di scambi, ma anche l’annullamento di un delicato equilibrio ambientale e culturale conservatosi intatto per secoli.
Ed è per questa ragione che, già dagli inizi del XX secolo, si è diffusa una giustificata scortesia da parte dei commercianti locali, atta a scoraggiare l’espansione della clientela, demotivata inoltre anche dal valore del caro-vita ben al di sopra dello standard nazionale.
San Prospero si presenta alla vista come un immenso deserto metropolitano, dove tutti, ma proprio tutti, sperano che non accada niente di nuovo, per non dover mutare, anche solo per poche ore, le proprie abitudini ormai fortemente radicate.
Un paesaggio dai contorni opachi e polverosi, in cui ogni tanto si materializzano vetuste presenze umane; vecchi palazzi liberty ornati da numerose ed improbabili palme esotiche, dai quali non si scorge mai alcuna forma di vita domestica.
I turisti più fortunati potranno anche scovare, a notte fonda, un parcheggio non a pagamento per la propria auto e in rari casi riusciranno perfino a salire in un autobus e raggiungere il capolinea di Piazza Gramsci.
Benvenuti in San Prospero dunque, dove potrete riscoprire solo voi stessi e lasciarvi alle spalle la frenesia dei tempi moderni.
Infatti la strada principale che collega San Prospero con la città è costellata di semafori con mentalità primordiale ed è famosa per il gran numero di insulti che gli automobilisti puntualmente indirizzano ai loro simili e all’amministrazione pubblica, identificabile nella guardia posta all'interno del baldracchino, che con sguardo affatto intelligente comanda la viabilità incurante di ogni offesa ed esigenza altrui.
La seconda arteria quella denominata “delle Grotte” è ancora oggi ai più semisconosciuta e ormai rimane chiusa al transito, a causa di frane e smottamenti vari che la flagellano.
Da subito la gente di San Prospero ha capito che comunque turismo e collegamenti agevoli avrebbero portato, si, lavoro e possibilità di scambi, ma anche l’annullamento di un delicato equilibrio ambientale e culturale conservatosi intatto per secoli.
Ed è per questa ragione che, già dagli inizi del XX secolo, si è diffusa una giustificata scortesia da parte dei commercianti locali, atta a scoraggiare l’espansione della clientela, demotivata inoltre anche dal valore del caro-vita ben al di sopra dello standard nazionale.
San Prospero si presenta alla vista come un immenso deserto metropolitano, dove tutti, ma proprio tutti, sperano che non accada niente di nuovo, per non dover mutare, anche solo per poche ore, le proprie abitudini ormai fortemente radicate.
Un paesaggio dai contorni opachi e polverosi, in cui ogni tanto si materializzano vetuste presenze umane; vecchi palazzi liberty ornati da numerose ed improbabili palme esotiche, dai quali non si scorge mai alcuna forma di vita domestica.
I turisti più fortunati potranno anche scovare, a notte fonda, un parcheggio non a pagamento per la propria auto e in rari casi riusciranno perfino a salire in un autobus e raggiungere il capolinea di Piazza Gramsci.
Benvenuti in San Prospero dunque, dove potrete riscoprire solo voi stessi e lasciarvi alle spalle la frenesia dei tempi moderni.
Per chi viaggia:
- Prima di partire è necessario richiedere il visto di entrata al Baldracchino dei Vigili.
- Il periodo migliore per visitare San Prospero è all’ora di pranzo, momento in cui non è possibile incontrare anima viva.
- Da Siena, viaggi organizzati con TiEmme (tel.0577 204111, linee giornaliere al quarto d’ora e ai trentacinque) e con i furgoni di Beppe Di Gaetano ormai sepolti sui fondali della storica fontana.
- Per mangiare: ottimi i crostini del Bar Silvana Vini & Panini (Viale XXIV Maggio)
Per calmare o attenuare i 'giramenti' un brano in cui vedo la firma di un GRANDE.
RispondiEliminaper dimostrare che non sono un robot ho dovuto scrivere AXAmente......
EliminaSe dovevo scrivere MPSmente morivo dal ridere.....
Irish non Robot
Beppe Di Gaetano è il sindaco "ad honorem" di San Prospero, guai a chi lo tocca!
RispondiEliminaBB
San prospero (di cui mi pregio di esser stato cittadino per 26 anni) aveva un suo proprio campo di calcio, a parte gli impianti sportivi polifunzionali della Fontana (zona di confine pero'), noto come Piazza Mattii.
RispondiEliminadi San Prospero non riesco ancora a capacitarmi dell'esilio forzato di Nicola calzature
RispondiEliminainoltre la trasmissione "chi l'ha visto" sta preparando uno speciale sulla misteriosa sparizione di mitici personaggi operanti a suo tempo in quel di via del Colle quali la salumiera Elisa, la tabaccaia Ivana e il lattaio (e relativa consorte)
RispondiEliminaPer anonimo del 13 marzo 2013 ore 02.24
EliminaI locali da Lei citati erano in Via Enea Ciacci all'inizio.. In Via del colle l'unico esercente di cui ho ricordo è un falegname in piazzetta..
Ma è una zona che ho sempre frequentato poco..
Ben più mitica di Elisa era Maria Luisa Bacchini (gestione precedente).. Ma si parla
di un periodo in cui il Bar Silvana si chiamava ancora Paris Bar..
Il Paris bar, con la sua torre Eiffel illuminata da una luce rossa degna di Dario Argento prima maniera tutto sangue e musica simil gotica, resta uno dei livelli più alti toccati da un'esercenza del quartiere. Un'altra 'sua esercenza' era il bar Gigi. A cui i Ternani rubarono di tutto. ma questa è un'altra storia... Grazie Signor T, ci faccia sognare ancora.
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