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venerdì 22 febbraio 2013

Il calcio come la religione... l'oppio dei popoli

Oggi siamo contenti e felici, tutti intenti a glorificare una squadra dopo una prestazione fenomenale, a Siena in questo momento stiamo viaggiando a mezzo metro d’altezza, anche se gli eventi MPS e tutto il contorno di schifezze e ladrocini, ci dovrebbero invece mettere due metri sottoterra.
Ma il calcio ci restituisce quella forza, quella vitalità, quell'orgoglio smarrito, un po' bistrattato, un po' stropicciato, di sicuro non morto, un qualcosa da rivitalizzare, che abbiamo insito in noi, un qualcosa cui attaccarsi in momenti così delicati per tutta la comunità.



Già, il calcio, l’oppio dei popoli, come nella più sanguigna Argentina, dove la gente muore di fame in posti truci e squinternati, ma riempie gli stadi come in nessun altro posto del mondo. Una cosa che faccia dimenticare le nefandezze del quotidiano, un qualcosa che non ti fa vedere più in là del tuo naso, quella strana euforia che fa dimenticare quello che di negativo la vita quotidiana ti regala.
A questo punto domando: QUELLA SULLA LAZIO SARÀ STATA VITTORIA VERA O SOLO UNA PILLOLINA ADDOLCITRICE PER CHI OGGI NAVIGA IN UNA SITUAZIONE AMBIENTALE OBIETTIVAMENTE DIFFICILE COME MAI VISSUTA IN QUESTA CITTÀ?
Guarda caso in questa sindrome catastrofista l’esaltazione di lunedì è stata davvero uno squarcio di luce in un cielo plumbeo; i nostri plenipotenziari c’avranno pensato o no che vincere lunedì ad una settimana dalle elezioni politiche sarebbe stato un vero toccasana per gli animi feriti dei senesi?Certo che ci hanno pensato, come c’avevano pensato quando hanno capito che retrocedere sarebbe stato per il morale della popolazione un’ulteriore mazzata per lo spirito già duramente messo alla prova dalle vicissitudini locali, nazionali, internazionali e globali.
Già... la politica che si riaffaccia... pari pari come lo aveva fatto quando ha portato i vari presidenti del Siena prima dell’intromissione montepaschina, o come quando “costi quel che costi” fu la parola d’ordine per risalire in serie A, nell’imminenza delle elezioni amministrative locali, così che la glorificazione di alcuni avrebbe creato la possibilità per tanti di salire sopra il carro dei vincitori, come a voler osannare le capacità o la bravura di chi guidava la città, come a voler dire: guarda quanto siamo bravi a Siena. Ed in un campionato travolgente come fu quello, di sicuro qualcuno si dimenticò le nefandezze che le amministrazioni precedenti avevano prodotto nella nostra città, i risultati sportivi ad hoc ci riponevano ancora negli occhi un paio di strati di prosciutto nostrano, che ci impedirono fino in fondo di valutare la vera gravità di quel momento, preludio purtroppo alle catastrofi dell’annata successiva; bastava infatti poco per capire che vivevamo sopra le nostre possibilità, ci siamo cascati, oggi paghiamo con gli interessi.
Ecco, oggi mi risento in quella situazione. Vero che ancora non abbiamo raggiunto niente, ma ad una settimana dal voto politico una bella e roboante vittoria sui malcapitati laziali, vittima sacrificale di turno, ci mette in animo buono per la domenica elettorale, c’importa ben poco se l’Italia va allo sfascio, apprezziamo piuttosto Emeghara, cristallino riscatto della proletaria pelota, contro il vessatorio potere delle grandi.
Anche l’arbitro, di cui dobbiamo sempre temere i prosaici fischiettii, oggi guarda caso si è comportato benissimo. Chi era costui? Tal Giannoccaro di Lecce, che già ci aveva arbitrato. Mi vien da pensare alla città d’origine… Lecce, una città molto cara alla nomenclatura politica senese, città molto cara al “baffino” nazionale, dove si ricordano ancora degli influssi benefici dell’acquisizione da parte di MPS della Banca 121, pagata molto più del suo valore, terra che ha dato i natali a tanti personaggi passati da Piazza Salimbeni, città legata in qualche modo strettamente a Siena...
Che roboante vittoria sia! Le premesse c’erano, le promesse sono state rispettate.
Ora mi aspetto anche una rinascita da qui fino alla fine del campionato da parte di una squadra determinata come il Siena attuale, che non può, se vuol proseguire quest’avventura calcistica così fondamentale per la psiche popolar-locale, non avvalersi anche di qualche benevolo sguardo dall’esterno; mi aspetto quindi una rimonta stile Papadopulo nel nostro secondo anno di B, quando, dopo Salerno, nessun fischietto nazionale osò più disturbarci nella risalita – sembrava di essere la Juve.
Le premesse si sono materializzate in questa settimana, in cui tutti gli avversari della Juve sono incorsi in inopinati stop per non far pagare futuro dazio ai bianconeri piemontesi, perché forse proprio la prossima dovranno perderla; l’arbitro sarà di sicuro sopra le parti e non ci potrà che essere un risultato positivo per la Robur. Perché la psiche popolar-locale di tale entusiasmo si ciberà, tanto da dimenticare nefandezze e problematiche varie, il voto si incanalerà e la nomenclatura non perderà la maniglia del potere cittadino, perché se è vero che la Banca è in crisi, è pur vero che in una comunità di 50 mila persone esiste sempre una banca...e che banca!
La politica locale, che si lega ancora a doppio filo alla banca, conosce ancora come muovere le folle, conosce il modo di ingraziarsele, panem et circenses, sanno bene che il calcio come la religione è l’oppio dei popoli, ed allora domando: CON LA LAZIO E’ STATA VERA VITTORIA, O FORSE PER LA PRIMA VOLTA CI HANNO PERMESSO DI GIOCARCI LE NOSTRE CARTE ALLA PARI CONTRO CHIUNQUE? SE COSI’ FOSSE, DOMENICA NON POTRÀ ESSERE CHE VITTORIA!!!!!!

Braccio da Montone

1 commento:

  1. Ma mi sembra impossibile che la sinistra ci faccia vincere le partite scusa Braccio ma forse ho capito male io, se invece avessi capito bene ti dico che ci vuole tanta fantasia per arrivare ad una conclusione del genere. Galileo

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