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venerdì 19 dicembre 2025

Brutti studi

Segnatevi il nome di questa brutta persona: Ciro Isidoro (in foto).


Medico, attualmente professore ordinario di biochimica clinica e biologia molecolare clinica, di oncologia medica, di patologia generale e di patologia clinica. Nel 2023 è nella lista Top 2% best scientist in the world, su 8,5 milioni di colleghi in tutto il mondo. Tradotto: un no vax.

Da pochi giorni questo birichino ha scritto uno studio-review sulla rivista Mdpi, nel quale sostiene l’ipotesi che ripetute dosi di siero mRna (così come l’avere beccato il virusse) possano interferire con alcuni meccanismi cellulari coinvolti nella regolazione tumorale. In sintesi, ahimè: i vaccini mRna potrebbero accelerare la crescita di tumori già presenti, innescando i cosiddetti turbo cancro. Dice infatti il professore: “A causa delle ripetute vaccinazioni, le persone inoculate sono più soggette a contagiarsi e dunque, sebbene sia vero che il vaccino li protegge, ma temporaneamente, dal covid grave, queste persone si trovano nella condizione di poter subire contemporaneamente i rischi oncologici provocati da vaccino e virus naturale messi insieme”. Tecnicamente, più buchi ci si fanno e più il rischio aumenterebbe, andando il vaccino ad inibire la funzione dell’enzima ACE 2, che funziona come una sorta di protettore per lo sviluppo dei tumori.

Questo studio di Isidoro su tale terrificante questione non è il solo e soprattutto non è il primo. Già nel 2023 la dottoressa Katalin Kariko’, quell’anno vincitrice del Nobel proprio per i suoi studi sui vaccini mRna (in pratica è colei che questo tipo di vaccini lo ha creato) parlò di questi come potenziali acceleratori di tumori già esistenti.

Arrivò poi lo studio coreano di ottobre 2025, che puntò l’attenzione sulla maggiore insorgenza del cancro nei vaccinati rispetto ai no vax. A 6 mesi dal buco, si era a 22 contro 14 su 10.000 colpiti dal terribile male, a 9 mesi si era a 32 contro 24, a 12 mesi 43 contro 34. Questi i tumori maggiormente rilevati fra vax e no vax: tiroide +35%, stomaco +34%, colon-retto +28%, polmone +53%, seno +20%, prostata +69%.

E prima di questo studio, c’è un pre-print basato sul caso di una donna di 31 anni che ha sviluppato “un carcinoma in stadio IV rapidamente progressivo”, evento che per una donna a quella età è ritenuto rarissimo (0,5% delle diagnosi totali). Un anno prima la donna si era bucata. L’analisi ha rivelato in un frammento tumorale una sequenza genetica identica al 100% a una porzione della proteina spike presente nei vaccini mRna; le probabilità che si presenti tale combinazione è stimata a uno su un trilione. Lo studio sottolinea che la contaminazione da DNA plasmidico nei vaccini può avere gravi conseguenze sanitarie: tumori multipli, infiammazioni croniche, rischio aumentato di coaguli, ictus e morte improvvisa. Tanto da far scrivere ad uno degli autori: “L’umanità non può giocare d’azzardo con la distruzione genomica”.

Ora, noi speriamo che tutto ciò sia confutato da altri studi. Resta un fatto, cioè che il cancro è in aumento in tutto il mondo e che “i casi clinici che descrivono l’insorgenza improvvisa di tumori a rapida progressione diagnosticati in fase avanzata in pazienti altrimenti sani o la recidiva e la rapida progressione dei tumori in pazienti  affetti da cancro dopo la vaccinazione anti Covid 19 sono in aumento nella letteratura sottoposta a revisione paritaria”.

Che Dio ve la mandi buona.

3 commenti:

  1. Anche questo Prof. Isidoro, terrapiattista, no vax ecc ecc...verrà sicuramente smentito dal Sig. Castagno.

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    1. Io francamente lo ho pubblicato per questo. In realtà qui di studi da confutare sono 3. Fra cui uno di colei la quale ha vinto il Nobel per avere inventato i vaccini mRna (no vax anche lei, ovviamente). Attendiamo, compresi i melliflui insulti.

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    2. Ah, dimenticavo… Ovviamente questo articolo sarà fra poco ritirato in quanto censurato in quanto segnalato…

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