Buon voto

Leggo un commento di un utente social, poi mi fermo a riflettere. E poi cito Agamben.

Iniziamo dal commento: "L'ultima volta che ho votato in dissenso ho votato un partito che prometteva un referendum per uscire dall'Europa, eliminare l'obbligo vaccinale polivalente, ridistribuire più equamente le ricchezze delle grandi multinazionali, combattere il signoraggio bancario e tante altre cose tra cui "mail col PD". L'ho votato e hanno pure vinto! Mi so ritrovato al governo il PD portato proprio da quelli che avevo votato io, chiuso in casa 2 mesi perché c'era l'influenza brutta, co la gente obbligata a vaccinarsi con un prodotto sperimentale per andare a lavoro, in guerra con la Russia col mutuo raddoppiato esattamente come gli utili delle banche e le multinazionali che si super arricchivano senza pagare un euro di tasse". Beh oddio, diciamo che è anche la mia (triste) storia.

Però, per noi duri e puri che crediamo che andare a votare sia l'ultimo dei diritti che davvero ci permettono di contare qualcosa, diciamo che questo elettore di sopra è stato sfortunato, che in fondo si poteva dubitare di un partito nato da un massone, che insomma è stato un caso.

Ok, passiamo ad Agamben. Il quale su questo blog è stato più volte citato. Ovviamente, da essere uno dei più grandi filosofi esistenti, è passato per un vecchio rincoglionito novax comunista/fascista ecc ecc. E perciò per noi ancor più ammirevole per quanto da una vita produce. In un suo articolo di qualche giorno fa, Agamben ci interroga sul significato politico del nostro voto europeo. Perché questa domanda? Perchè il filosofo si chiede quanti dei votanti ancora oggi abbiano coscienza del fatto che "quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell'Unione europea". Nei fatti e dal punto di vista costituzionale, "l'Europa non esiste", essendo la UE un mero patto fra Stati, che concerne il solo diritto internazionale. Di conseguenza, il Parlamento europeo che si andrà a votare a breve non è un parlamento vero e proprio, dato che non ha il potere di proporre leggi (facoltà nelle mani della Commissione europea). Non esistendo neppure un "popolo europeo", non può esistere un potere costituente, che è alla base del potere costituito. E pertanto, "dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l'Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità. E' allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l'Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L'Unione europea agisce oggi come succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati)".

Da buon novax comunista/fascista, la penso esattamente come Agamben (oddio, c'è poco da pensare, si tratta di un ragionamento logico e di fondamento giuridico oggettivamente coerente). O mi si dice che questo fine settimana si va a votare per la Patria anglosassone, oppure muoversi per legittimare ogni movimento in questo infinito pozzo di merda che è diventata l'Unione europea non ha alcun senso. La soluzione la offre Agamben: "Se vogliamo pensare veramente un'Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l'Unione europea -, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà". Speriamo succeda stasera.

E poi la gente per la strada

li vedo tutti più educati

sembrano anche un po' più buoni

ed è più bella anche la scuola

quando ci sono le elezioni

(G. Gaber, "Le elezioni", 1976)