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sabato 18 settembre 2021

Considerazioni semiserie di fine estate

"Cara, sai dirmi senza mentire se ti ricordi esattamente il momento in cui perdesti la verginità?". "Certo caro, era la notte di Halloween di un botto di anni fa; ma perché adesso te ne esci con questa domanda?". "Niente cara, stavo giusto ascoltando una canzone di Blumosso e le sue parole mi hanno fatto un po’ pensare a te. Mi sarebbe piaciuto comunque se l’avessimo persa insieme la verginità, perché a me, la prima volta non piacque affatto".


"Parli forse di "Considerazioni sulla vita", caro?". "Sì, la conosci anche te, cara?". "Un po’ sì... Però mi fa strano: non mi avevi mai detto di averla sentita. Ma a parte ciò, dimmi, caro, il Siena domenica dove gioca?". "Gioca a Imola, cara, in quella terra emiliana a mezza strada fra l’Appennino e il mare". "E tu vai, caro?". "No, domenica ha messo acqua, cara. E poi con 'sto virus in giro è meglio non rischiare. Dice che dalle parti di Poggibonsi, con quella maledetta variante ‘Delsa’ sia un gran macello". "Capisco caro. Certo, meglio non rischiare con queste varianti! Ma dello stadio nuovo invece che ne pensi, caro?". "Onestamente cara? Mah, forse sono troppo stupido per rispondere ad una domanda del genere, ma credo che sia l’ultima occasione che abbiamo per rialzare la testa e dare al mondo un piccola pretesto per sembrare ‘normali’, cara. Ora, io non posso entrare nel merito di dove costruirlo, tanto sia il centro che la periferia avrebbero entrambi i loro vantaggi e i loro svantaggi. E poi comunque andrà, sarebbe impossibile accontentare i cazzi di tutti. Personalmente sarei per la ristrutturazione del vecchio Rastrello, cara, ma è soltanto una mia idea. È come se mi chiedessero di ristrutturare la casa dove sono cresciuto o costruirla nuova. Amo troppo l’odore di quelle quattro mura per potermene liberare senza soffrire. Tuttavia…". "Tuttavia, caro?". 

"Beh, tuttavia mi passano tanti pensieri per la testa. Lo sai come si dice: per essere sicuri occorre avere dei dubbi, no? E il mio dubbio è che forse non se ne farà niente e tutto rimarrà esattamente come ora. Mi pare un argomento così complicato. Il tempo passa e il significato delle cose muta negli anni e quel che pare logico oggi potrebbe non esserlo fra un po’. In fondo la storia la scrive chi vince, no cara? Prendi Esopo per esempio: se tanti secoli fa quella de "La lepre e la Tartaruga" era solo una favola, oggi potrebbe essere bollata addirittura come una fake news". "E questo cosa c’entra, caro?". "C’entra, eccome se c’entra, cara. C’entra perché le parole sono importanti ma anche molto pericolose. E vanno sapute usare e soprattutto dosare. Nel terzo millennio la comunicazione vince su tutto, dato che la forma sta assumendo un’importanza tale da diventare lei stessa sostanza. Non importa quel che dici, ma è fondamentale come lo dici. È per questo che la nuova proprietà del Siena, almeno per il momento vergine e incensurata, piccola goccia di acqua dolce in un oceano di faccendieri a volte scarsi e a volte senza scrupoli, ha un compito difficilissimo e soprattutto poco tempo. Essa dovrà, assieme all’amministrazione comunale, far digerire a tanti una cosa che non li riguarda da vicino, ma che proprio per questo considerano a priori inutile o dannosa. Essi dovranno essere bravi nel comunicare. Parlare senza imporre. Condividere. Dimostrare a tutti l’utilità di un'opera strategica che non dovrà rivelarsi una cattedrale nel deserto ma che dovrà assicurare un grande tornaconto per gli anni a venire, nonché garantire la sopravvivenza della nostra amata Robur a livelli decenti. Comunque te lo ripeto, ho paura, cara. Ho paura che alle prossime elezioni le cose potrebbero ricambiare nuovamente dalle parti del civico 1 di Piazza del Campo. E se annusi bene l’aria, si comincia già ad avvertire un certo olezzo di restaurazione, roba che il Congresso di Vienna potrebbe sembrare una riunione di massaie della Tupperware. E se dovesse andare al potere gli esponenti dell’altro colore, quello che ha governato a caso per decenni, contribuendo al sacco di Siena, essi potrebbero comportarsi come i talebani con i Buddha di Bamiyan, distruggendo qualsiasi ricordo della macchia temporale che ha impiastricciato la loro stoffa pregiata nella quale avvolgevano lo scettro del potere. Per tale motivo, questa amministrazione comunale e questa proprietà del Siena calcio dovrebbero muoversi e cercare di avviare (e magari portare fino al punto di non ritorno) i lavori nel più breve tempo possibile. Figuriamoci altrimenti se l’odierna opposizione potrebbe accettare di terminare il lavoro degli altri, che diventerebbe di fatto la prova provante del loro eterno fallimento come amministratori. Giammai, essi butterebbero tutto alle ortiche, eliminando in un sol colpo il citto e l’acqua sporca: le persone sono bravissime a tagliarselo per far dispetto alla moglie. E noi perderemmo sia lo stadio vecchio che quello nuovo. Oggi come oggi, cara, non serve a niente spendere un solo centesimo nell’attuale Rastrello. Niente seggiolini nuovi, niente opere di ammodernamento. Cacciavite, mazzolo e giù botte. E anche se i bastoni fra le ruote arriveranno da ogni dove, Siena ha bisogno degli Armeni ben più di quanto gli Armeni abbiano bisogno di Siena. E chi pensa il contrario o mente o non ha capito nulla. Per quel che loro riguarda, i signori caucasici potevano scegliere Campobasso, Trento o Savona. E invece hanno scelto Siena perché hanno visto una possibilità di investimento e di crescita. Un do ut des magari banale, ma gratificante per entrambe le parti. E sarà bene tenere a mente che essere Armeni non significa essere anche stupidi, quindi essi un bel giorno non si sono di certo imbarcati su di un volo Alitalia Erevan - Roma Ciampino solo per venire a far divertire i Senesi la domenica pomeriggio o salvare la città dall’oblio. Come tutti gli imprenditori, anche per loro un soldo speso ne dovrà fruttare almeno 1 e mezzo. Altrimenti avrebbero scelto la strada del volontariato o magari quella della filantropia. E poi francamente, considerando quanto la città ha schifato il calcio per anni, che si salvi da sola, perdio! Ora è il momento di pensare soltanto al Siena e al suo futuro, che a seconda di determinate scelte odierne potrà essere roseo o anonimo. Oggi è il momento delle scelte che si ripercuoteranno sui prossimi trent’anni e sulla vita e le passioni dei nostri figli e nipoti. Un grande amministratore pensa alle prossime generazioni, non alle prossime elezioni. E il momento di pensare e agire è adesso. E badate bene, non credo che Siena debba avere paura degli Armeni; non ne ha avuta per certi personaggi schifosi che sarebbero andati bene soltanto per riempire gli scantinati delle patrie galere, quindi al massimo rivivrà un film già visto. Ma se fossi uno degli Armeni, forse dovrei avere paura di Siena: anni di doping economico hanno drogato questa città. La grande banca che tutto vede e tutto sa ha fornito per decenni ingenti quantità di ‘metadone finanziario’, creando una generazione di tossici (concordi, cara?), totalmente dipendenti  e incapaci di riflettere o agire. Decubiti da immobilismo prolungato, rendite di posizione, nepotismi, bulimia di potere, saturnismo da soldi in tasca, cancrena. E pensare che di ciccia per campare alla grande ce n’era per i prossimi 1000 anni. E invece, come al Monopoli, è arrivato l’imprevisto. I cowboy travestiti da indiani hanno assalito Fort Knox e si sono portati via tutto, lasciando soltanto debiti e malinconia. E adesso, ora che per una volta un vento nuovo sta cercando di disperdere il tanfo di carogna, credo sia venuto il momento di provare a saltare lo steccato e alzare l’asticella. I tempi miopi del chiudiamo le porte e stiamo di dentro sono finiti. Adesso quel che è rimasto del baccellaio si salverà soltanto con scelte giuste e lungimiranti. Niente compromessi o mezze misure. Proteggendo il Siena, si potrà iniziare a migliorare Siena. La gente giovane se ne va da queste parti, non è difficile notarlo. E quelli che arrivano, spesso non sono più i lavoratori partiti dal Sud o dalla Sardegna verso la fine del ventesimo secolo con il miraggio di un lavoro stabile e una vita migliore, ma gente poco raccomandabile. La miseria attira la miseria più della ricchezza, purtroppo. Perbacco cara, si è fatto molto tardi e tu forse starai già sbadigliano. Scusami se ti ho annoiata". "Non è vero, caro! E poi starei ore a parlare con te, anche se sono molto amare queste tue considerazioni di fine estate. Speriamo almeno di vincere domenica a Imola". "Giusto, cara! Lo spero tanto anch’io".

 

Imolese - Siena: quarta partita e seconda in trasferta. Archiviata la figuretta della squadra B in Coppia Italia, ritornerà se Dio vuole il lato A, quello ammirato in casa, quello che ci scalda i cuori e ci fa battere le mani. E vorremmo tanto rivivere certe bellissime  emozioni.


su quei gradoni (senza seggiolini, era l’ora), lì ci troverai!



Mirko

3 commenti:

  1. Ho una visione leggermente diversa della cosa. Sperare un'altra volta nella magnanimità di gente foresta, ci deresponabilizza (cosa tanto smata dall'Italico medio, ma potrebbe darci il colpo finale. Poteva essere l'occasione di ripartire da noi stessi, visto che la città è nostra e ci siamo nati, ma mi rendo conto che non siamo capaci nemmeno di gestire venti minuti di concomitanze tra aquile e biciclette. E allora è giusto vivere di speranze, ben sapendo che fine fece quello che visse sperando.
    Sanguebianconero

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  2. Mi trovo d'accordo su tutto. Soprattutto con la "restaurazione del vecchio regime". Le truppe cammellate, oltre che a riesumare personaggi gretti e banali, mandandoli a giro per l Italia, e purtroppo anche a Siena, stanno riutilizzando un conterraneo del Mostro,per farci sapere che il MPS gli sta a cuore fino alle fine delle votazioni. A Siena non siamo normali perché ..due labbrate, sarebbero il minimo che di meritano..invece altri 5/600 si sommeranno agli 11000 circa sostenitori di 70 anni di nefandezze a Siena e un Italia.
    E titti in piazza a cantae bandiera rossa o bellaciao...

    Gli armeni sarebbero da tenerli come le cose sante, ma i senesoni che dicono il contrario, proponessero loro investimenti per questa città altrimenti è troppo comodo...
    Il messaggio sopra dice che abbiamo preso un occasione per fare le cose da soli...ma da soli i senesi non sanno fare un c... niente, fatto salvo come saper timbrare il cartellino e riscuotere 3000 eu il mese... così come c è voluto Paolone de Luca a sparigliare le carte, oggi gli armeni possono fare molto. Sicuramente faranno di più di coloro che hanno parlato per 70 anni e hanno messo in ginocchio una città e il futuro dei giovani.(Franz)

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  3. . Molto vero.. Non siamo capaci di gestire quasi niente, figuriamoci di programmare, costruire qualcosa.... In questa città... Ben vengano investitori stranieri... Che faranno anche il loro interesse.. Ma alternativa non c'è..

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