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venerdì 1 aprile 2016

Revival

Nemmeno il tempo di digerire il panforte che Pasqua è già passata.
Ma d’altra parte si sa, il tempo vola, esattamente come la colomba, che tutti affettano e nessuno mangia mai. Orfani della Robur, il fine settimana pasquale è stato decisamente lungo; meno male che esistono gli amici. Quelli storici, quelli veri, quelli di sempre...
Il giorno del Sabato Santo il cellulare suona di buon’ora; naturalmente lui è sul tavolo in cucina e tu sotto la doccia, quindi raffica di epitaffi e corsa “in casa” (come diceva la mi’ nonna) per riuscire ad afferrarlo in tempo. 
Un bel capitombolo dopo, senti dall’altra parte una voce squillante, un pochino troppo eccitata per l’ora, che ti interroga: "Che fai stasera?". 
Dopo un secondo di empasse, rispondi: "Mah, francamente volevo perdermi nei boschi di Tocchi e passare la notte all’addiaccio, tuttavia se hai qualcosa di meglio da propormi, ti sto a sentire...". Senza cogliere il sottile velo di sarcasmo nelle tue parole, un po’ deluso ribatte: "Ah peccato, ti volevo chiedere se venivi con me a “C’eri ‘na volta al Tendenza”. 
Impietrito, provi a respingere la tentazione di archiviare la proposta appena ricevuta dentro lo scaffale delle “scemenze”, cercando di soppesare i pro e i contro. Dopo una lunghissima lotta interna, nella quale il NO sembra avere la meglio sui SÌ, alzi bandiera bianca e, obtorto collo, accetti. "Vai", pensi disperato, "questa sera revival anni '90". Che poi diciamoci la verità, nella settimana che va dalla partita col Pisa a quella con l’Arezzo, un po’ di “vecchi tempi” potrebbero anche non guastare. Anche perché la macchina la prende lui e tu potrai tranquillamente bere fino alla comparsa dell’angelo bianco della resurrezione. 
L’appuntamento è per le 22.30 e uscire di casa a quell’ora ti costa una fatica che non provavi dai tempi di educazione fisica delle superiori. Lui si presenta in perfetto stile Brandon Walsh di Beverly Hills 90210. E tu vorresti strozzarlo! 
Lo apostrofi in malo modo: "Guarda che è una festa anni '90, non carnevale". 
Ti guarda scettico: "Sie, guarda bellina questa camicia: è nova!". 
"Eh già!", lo incalzi, "Nova era quando te lo mettesti per la cena della prova generale nel 94! Vai a cambiarti vai, che sembri tonto. Ma la tu’ moglie non t’ha visto?". 
E lui, sornione: "No, è a cena fori. Ci si trova direttamente in discoteca". 
"Motivo in più per andare a cambiarti", gli fo di rimando io, "Se ti vede conciato così, ti lascia!".
Giunti al locale c’è già una discreta folla che aspetta di entrare e illudendoti, bisbigli: "Forse ci divertiamo". 
Non l’avessi mai detto! Il tuo compagno di avventura si desta dal letargo e mettendo da parte l’amarezza provata nell’apprendere che era vestito di merda, si rianima. "Come no", esclama con la fiatella che sa di limoncello, retaggio dell’ammazzacaffè preso al bar venti minuti prima (tanto per non farsi mancare niente). Come vent’anni prima esce di macchina e per non pagare il guardaroba si toglie il giacchetto: l’entrata dista sì e no cinquanta metri, ma sai già che non ce la farà mai a coprirli senza ibernare. Tenti di fargli scudo con il tuo corpo, proteggendogli perlomeno il lato esposto a nord, ma appena varcato l’ingresso diventa cianotico e afferrata la drink card dalle mani del buttafori, scappa al bagno. Essendo uomini e non avendo – per fortuna – il vizio tutto femminile di andare alla toilette in coppia, lo lasci al suo destino. Tanto se muore te ne accorgerai presto. Ti fai largo nel locale ancora abbastanza vuoto, quando vedi un tizio dall’altra parte della sala che procede nella tua direzione, guardandoti fisso. Ha appena recuperato il bicchiere da sopra il bancone del bar e sta camminando tenendolo vicino alla bocca con la mano sinistra, mentre con la destra tenta disperatamente di afferrare la cannuccia, nel gesto più pericoloso del mondo: caracollando senza l’ausilio delle braccia, basterebbe infatti un mezzo gradino per perdere l’equili… brio. Ed infatti, inciampa, scarta di lato, fianca un paio di divanetti e finisce per spalmarsi addosso tutto il contenuto della consumazione. In un secondo riconosci la camicia con dentro il tuo amico; ne ha combinata un’altra: se entrasse sua moglie adesso se lo mangerebbe vivo. Nemmeno il tempo di terminare il pensiero che ti senti chiamare. Riconosci immediatamente la voce che sovrasta i Take That. La dolce metà del compare è appena arrivata. Alla domanda “Dov’è la fava del mi’ marito?” cerchi di rispondere evasivo. Vorresti dirle che l’hai appena visto tentare di affogarsi dentro un Cuba Libre, dopo aver vomitato in bagno vestito da Ragazzo del Muretto, ma decidi di salvarlo: "Mah… l’ho visto parlare con un paio di citti [il termine mi fa sorridere, se penso che l’età media è sui 48 anni] ma ora vado a recuperarlo". 
Adesso la sala si è riempita e la gente comincia a dimenarsi. Ad un lato della pista intravedi una delegazione del reparto geriatrico dell’ospedale di Siena, sembrano apprezzare la serata ma tanto non se la ricorderanno. 
Davanti a te un gruppetto di donne rinchiuse in vestiti troppo stretti e arroccate su tacchi troppo alti, sbandano paurosamente da destra verso sinistra. Parte un pezzo di Gigi d’Agostino e la più tonda della compagnia flette in avanti le ginocchia lanciando le braccia verso l’alto. Le mani chiuse a pugno lasciano fuori soltanto i due indici, come a voler indicare qualcosa nel cielo: sembra Bacca dopo il goal nel derby. Per un secondo vorresti essere Pepe del Real Madrid…. La guardi inorridito proprio nell’attimo in cui il suo sguardo, leggermente velato dall’alcol o dalla cataratta, incrocia il tuo. E te a lei fai un’impressione mooolto diversa. Ha un'aria familiare, ma non sai perché: forse ti ha fatto matematica in seconda media! Ti si avvicina con passo felpato per chiederti: "Che fai, non balli?". 
"Si nota parecchio?", le rispondi sbrigativo. 
"Ma questa te la ricordi?", incalza sognante, scuotendo la testa e frustandosi il collo con i sobri e poco appariscenti orecchini. 
"Sì, la ricordo bene: sono venti anni che alla radio cambio stazione quando la passano!". 
Mi guarda pensierosa, ma la musica ha coperto la mia voce. Vai a capire cosa ha inteso adesso questa torda! Urge una scappatoia. La guardi negli occhi per un tempo interminabile e poi le chiedi: "Che hai cucinato di buono per domani?". 
Incassa il colpo e non fa niente per nasconderlo: osservandoti di sottecchi, blatera qualcosa e sparisce per sempre dalla tua vita, distrutta nel morale e provata nel fisico. La noterai distrattamente all’uscita qualche ora dopo, mentre litiga con la ragazza del guardaroba. Sfilandole accanto capirai di aver sbagliato: non ti faceva matematica. T’insegnava geografia.

Arezzo – Siena: gli anni '90 sono finiti e non torneranno più. Lasciamoli chiusi nel baule delle cose del passato. Anche le sfide con l’Arezzo, con la Lucchese e con il Prato fanno parte del passato e vorremmo ricordarle soltanto nelle storie da raccontare ai bambini. Qui siamo solo di passaggio… Paolone ci insegnò così! 


Tutti insieme uniti avanzeremo! 
Paolo De Luca uno di noi!


Mirko

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