L'uomo col cappello

L’uomo col cappello si trascina tra le panche, 
con lo sguardo assente e l’indifferenza dilagante, chiede a tutti qualche spicciolo ma in cambio non dà niente, 
nasconde il suo soffrire e troppe volte è assente. 
Non guarda mai negli occhi e ringrazia sotto voce, del fiume della vita attende ormai la foce. 
Con il suo passo stanco e la giacca troppo larga, procede raso ai muri con posa drammaturga. 

L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.
 
L’uomo col cappello tira su col naso, 
mangia per esigenza e non fa mai un peccato. 
Si sveglia molto presto e cammina nella nebbia 
crede nel suo Dio e non legge mai la Bibbia. 

L’uomo col cappello ti ruba una moneta, 
non capisce le emozioni, ha il cuore analfabeta, ascolta le notizie ed a volte le commenta, 
ma il domani non lo turba e il ricordo lo spaventa.
 
L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.
 
L’uomo col cappello fa pensieri solitari, 
ha rotto tutti i ponti e bruciato le sue ali, 
ti chiede qualche spicciolo ma non si aspetta niente osserva silenzioso e rispetta il più potente.

L’uomo col cappello a volte è un po’ vigliacco, 
rimane spesso solo e ha smesso col tabacco, 
evita i sentimenti e non cerca più il contatto, 
alla noia ed al suo niente oramai si è assuefatto.
 
L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.

L’uomo col capello non alza mai la voce, 
non grida, non rimprovera, ha spento la sua brace. L’uomo col cappello non scende mai al mercato, 
non tarda mai la sera e dà tutto per scontato.

L’uomo col cappello ha perso la fiducia 
e della felicità ignora l’efficacia, 
non crede più nell’uomo, nei sogni e nell’amore, 
ed il male di vivere lo cura dal dottore.
 
L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.

L’uomo col cappello si toglie il suo paltò, 
si sfila l’orologio e l’appoggia sul comò, 
osserva vecchie foto con occhi stranulati 
non vede più se stesso in quei tempi passati.

L’uomo col cappello difficilmente si propone, 
e con tono distaccato scandisce il suo cognome 
recita a memoria un ruolo programmato, 
e davanti all’imprevisto reagisce un po’ irritato.

L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.

L’uomo col cappello ormai questo è diventato, 
ha avuto molti treni, ma non c’è mai montato. 
Non ti offre una carezza, nè il calore di un abbraccio, l’uomo col cappello a volte sembra pazzo.

L’uomo col cappello si trascina tra le panche, 
con lo sguardo assente e l’indifferenza dilagante, chiede a tutti qualche spicciolo ma in cambio non dà niente, 
nasconde il suo soffrire e troppe volte è assente.

L’uomo col cappello vive nel passato, 
con il presente incerto e il futuro già scordato. 
Ha scelto la sua strada in un'alba ormai lontana, 
non crede nelle stelle e gioca spesso a dama.