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giovedì 16 maggio 2013

Una storia semplice

Il mio solito bar.
Apro il giornale mentre, con un gesto ormai divenuto automatico, tuffo la punta della brioche alla crema nel latte freddo macchiato.
Mi piace proprio quel momento, il rompere la quiete della tazza con quel corpo estraneo. Mi ricorda quando mia figlia tira un sasso in un laghetto di montagna.


Mi soffermo sulle prime pagine, quelle dedicate alla cronaca, deciso a ignorare quelle successive, dove si parla di sport.
Il risveglio non è stato dei migliori. Avevo ancora nelle orecchie i cori di scherno dei violacei, e quelli nostri di risposta, rabbiosi, quasi disperati, ma incapaci di sovvertire un destino già scritto.
La Robur, la mia Robur, è retrocessa in serie B.
Il calcio sa essere davvero ingiusto a volte. Si sente sempre dire che nello sport chi lavora bene viene premiato; col cavolo dico io!
Siamo in serie A da dieci anni, con una sola stagione in serie cadetta, una parentesi imprevista, un incidente di percorso subito rimediato.
Ripercorro con la mente questo periodo meraviglioso.
Siamo andati in A in modo del tutto inaspettato, grazie alla lucida follia di una persona speciale che ha saputo tirarsi dietro una città intera.
A Siena il calcio viveva ormai da anni in una sorta di limbo di mediocrità, alternando militanze nei campionati di C1 e C2, senza quasi mai ambire a qualcosa di più. La B era un sogno, la serie A un miraggio, per tutti, tifosi compresi.
Poi il miraggio diventa realtà.
Dopo un primo periodo di smarrimento, Siena reagisce alla grande.
Le istituzioni si danno da fare per adeguare lo stadio, lo sponsor MPS decide di stringersi intorno al Presidente per fornirgli il sostegno economico necessario.
Si capisce da subito che la serie A non costituisce solo un eccezionale evento sportivo ma anche un'enorme opportunità di sviluppo per il territorio: visibilità mediatica, tifosi ospiti che diventano potenziali turisti, pubblicità gratuita alla città e alle sue bellezze ogni volta che si parla di calcio in Italia e nel mondo.
C'è da rimboccarsi le maniche, non siamo abituati a tutto questo, ma ciò non ci spaventa, Siena è una città virtuosa, che sa “cavare il sangue dalle rape”.
Iniziano a venire fuori le idee, commercianti e addetti alla promozione turistica si mobilitano: per attirare il cosiddetto “turismo sportivo” si pensa di confezionare pacchetti da abbinare alle partite della Robur. Il tifoso ospite può comporsi il proprio pacchetto: fine settimana a Siena con le mille possibilità che la città e i dintorni offrono, visita ai musei, degustazione vini, pernottamento in città, oppure in un bell'agriturismo nel Chianti. Poi, la domenica, pranzo in un locale tipico del centro e partita. Si attiva una sinergia con la Mens Sana perché magari al tifoso ospite piace anche il basket e gli si offre la possibilità di aggiungere al pacchetto il biglietto per il palazzetto.
L'idea è quella di utilizzare il calcio per lavorare anche in periodi turisticamente morti.
Il Comune, nel rinnovato spazio museale del Santa Maria della Scala, mette a disposizione i locali per il museo della Robur, dove la Società, ma anche i singoli tifosi, possono esporre i loro cimeli raccolti in tanti anni di passione, con l'immancabile negozio del merchandising dove il visitatore stai sicuro che qualcosa compra. Cavoli, il Siena in serie A può davvero diventare una miniera d'oro!
Si studiano soluzioni alla viabilità in modo da non penalizzare la vita cittadina, si pensa di creare parcheggi per i tifosi ospiti in prossimità del centro senza dover “militarizzare” però la zona.
Stesso impegno sul fronte sportivo ovviamente, perché se la serie A non si mantiene, crolla tutto il resto.
Si inizia così a investire sul settore giovanile perché squadre come il Siena i campioncini se li devono formare in casa, senza farseli fregare dalle cosiddette grandi. Comune e Provincia lavorano insieme alla Società per individuare un'area adeguata alla realizzazione di un centro di allenamento.
Insomma, si fanno le cose come Dio comanda. E i risultati si vedono. Sette salvezze di fila, una retrocessione e una pronta risalita in A l'anno successivo. Altro che meteora!
Allo stadio le presenze sono in costante aumento, si fa di tutto per avvicinare più gente possibile alla Robur, sopratutto i giovani, che hanno la fortuna di crescere con il Siena in A. I tifosi si compattano e lavorano a un ricambio generazionale che consolidi uno zoccolo duro per il futuro. D'altronde c'è da diventare tifoseria di serie A per reggere il confronto con le altre realtà più esperte e blasonate. Penso alla curva Robur di questi tempi, piena di ragazzi, colorata, pulsante di passione nonostante il momento di difficoltà; non c'è dubbio, a dieci anni di distanza, l'obiettivo è stato raggiunto.
Ripenso al campionato che si sta per concludere: non c'è dubbio, è stato un anno maledetto, dove è andato tutto storto. Nonostante in estate si sia lavorato in modo impeccabile scegliendo un allenatore “da Siena”, costruendo una squadra forte al pari di quella che si è salvata tranquillamente lo scorso anno, siamo entrati in un tunnel da cui non siamo riusciti a uscire. A volte quando deve andare storto va storto e non ci puoi fare niente.
Vabbè, mi girano, inutile negarlo, ma vedo che la dirigenza è già al lavoro per programmare la risalita in A e.... BIPBIP, BIPBIP, BIPBIP, BIPBIP, BIPBIP, BIPBIP, BIPBIP....................................

 Cazzo, già le 7, SVEGLIA! Mi devo alzare, devo accompagnare la figliola al pullman per la scuola, fare colazione e poi andare al lavoro ............................................................................................…..................................…..................................................................................................

Il mio solito bar.
Apro il giornale mentre, con un gesto ormai divenuto automatico, tuffo la punta della brioche alla crema nel latte freddo macchiato.
Mi piace proprio quel momento, il rompere la quiete della tazza con quel corpo estraneo. Mi ricorda quando mia figlia tira un sasso in un laghetto di montagna.
Mi soffermo sulle prime pagine, quelle dedicate alla cronaca, deciso a ignorare quelle successive, dove si parla di sport.
Il risveglio non è stato dei migliori. Avevo ancora nelle orecchie i cori di scherno dei violacei, e quelli nostri di risposta, rabbiosi, quasi disperati, ma incapaci di sovvertire un destino già scritto.
La Robur, la mia Robur, è retrocessa in serie B.
Il calcio è implacabile. Si sente sempre dire che nello sport chi lavora bene viene premiato, ed è vero, indiscutibilmente vero.
Ne è la prova ciò che è successo qui, a Siena, una città sorda, provinciale nell'accezione negativa del termine, in cui buona parte della gente, incluse le istituzioni locali, hanno interpretato la serie A non come un'opportunità ma come una rogna di cui liberarsi appena possibile.
Ripercorro con la mente questo periodo, meraviglioso per certi versi, scomodo per altri.
In effetti abbiamo vissuto momenti bellissimi: i derby coi guelfi vinti, i goal alle grandi, aver espugnato l'Olimpico, San Siro, sensazioni splendide, indelebili, ma ora?
In dieci anni di serie A non è stato costruito niente, si è usato il Siena calcio per gli scopi più disparati (consenso elettorale, mutui a palazzinari romani, lacchezzi vari dello sponsor MPS etc.) meno che per fare calcio e generare ricchezza.
Nessuna iniziativa virtuosa, tranne casi sporadici, a livello turistico. Lamentele continue dei negozianti del centro per i disagi creati dalla partita di calcio, nessuna capacità o volontà di trasformare quei disagi in una fonte di reddito.
Dopo dieci anni la squadra ancora non ha un campo di allenamento proprio, le squadre del settore giovanile sono costrette a chiedere ospitalità alle società della provincia, cui a volte non viene nemmeno pagato l'affitto. Penso ai due campi di allenamento che hanno iniziato a costruire a Taverne, ma che non sono stati capaci di finire, inguaiando oltretutto una società satellite che si era resa disponibile a dare una mano e a creare una sinergia che avrebbe beneficiato a entrambi.
A livello sportivo gestioni improvvisate, affidate a personaggi cui della Robur importava meno di niente, acquisti sbagliati, soldi buttati via a destra e a manca, illeciti sportivi con penalizzazioni, nessuna programmazione a medio-lungo termine.
Mi viene da pensare che sia stato un miracolo aver fatto dieci anni di serie A.
Zuppo nuovamente la brioche, la crema mi casca dentro la tazza. Bestemmio.
Certo che anche noi tifosi non siamo esenti da colpe: invece di compattarci per difendere il patrimonio lasciatoci dal presidente De Luca ci siamo ulteriormente divisi, come forse mai siamo stati, incapaci di superare personalismi e incomprensioni, con addirittura alcuni che rimpiangono i tempi della serie C perché "s'era pochi ma boni"... Beh, almeno questi sono stati accontentati...
Penso alle tifoserie delle squadre con le quali ci siamo giocati la salvezza, Genoa e Palermo. Altra pasta, davvero. Se penso a quello che hanno fatto i Grifoni lo scorso anno durante la partita con noi... loro sì che la serie A la difendono con le unghie e con i denti!
Alla fine, forse, è giusto così, lasciamo il posto a chi in serie A ci vuole stare davvero.
Finisco la brioche, chiudo il giornale, pago e vado al lavoro, forse, lì, m'incavolo di meno......


Vomerone

7 commenti:

  1. purtroppo un'amara verità.

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  2. Pensare che il sogno poteva essere realizzabile. Invece la realta'e'ben diversa . Il Siena in A lo volevano solo i tifosi . Le istituzioni l'hanno sempre presa come un fastidio. Soprattutto con chi con il Siena in a avevano solo da guadagnarci . Wsg

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  3. è bello mangiare un pò di più la sera così hai modo di sognare la notte sperando di sognare bene
    Galileo

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  4. Vomerone, articolo impeccabile. ieri ripensavo alla mitica cavalcata della Robur di Papadopulo, alle mitiche imprese del San Paolo, del Bentegodi e di quel pomeriggio eroico in cui Tiribocchi infilò la Samp! eravamo un mostro affamato, tifosi da manicomio, non vedevamo l'ora che arrivasse la partita succesiva...abbiamo tutti scritto una pagina di Storia e il bello era che la volevamo veramente scrivere a tutti i costi! Rabbia, orgoglio e grinta! rivediamo la promozione in A di due anni fa, sindaci e candidati sindaci in campagna elettorale, tifosi ridotti a zerbini della sinergia Mps-Mezzaroma, con la perla finale di aver accettato a capo chino di non aver nemmeno potuto festeggiare coi tradizionali caroselli, festeggiamenti improvvisati, baldoria varia...anche lì, tutto pianificato in un clima di "politically correct" molto castista. un po' come è diventato il Palio, dove noi non siamo che servi della gleba che sporcano il loro "salotto da esposizione"!!!! meno male fischiammo quel bandito calabrese, quando entrò in campo. l'avessimo applaudito, non avrei avuto mai pace

    Bozzon

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  5. WOW VOME!!!!
    M'hai fatto venì le lacrime all'occhi e digrignà i denti dalla rabbia!

    Se a Siena ci fossero dei GIORNALI (ci sono dei giornali a Siena???) il tuo pezzo sarebbe un ARTICOLO MERAVIGLIOSO! Di una eleganza e chiarezza CRISTALLINE!

    A volte si fanno tanti giri di parole e invece OPLA' eccolo qua... IL SUCCO VERO DEL DISCORSO!

    BRAVO e GRAZIE!!!

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    1. Grazie per i complimenti Quix, sono contento che ti sia piaciuto.

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