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martedì 19 settembre 2023

Perché tifare Siena FC nel 2023?

Reduci dalla trasfertona di Borgo San Lorenzo, alcune considerazioni di cuore e non di testa.


Noi dementi che (anche) domenica eravamo lì, sui gradoni sbrecciati di un campetto che ci dicono anche essere un lusso per la categoria, fra la tristezza dei ricordi delle trasferte a Milano e Roma, ci siamo chiesti se e perché valesse la pena impiegare un pomeriggio della nostra esistenza a vedere l’esordio di Lollo & C.

Beh, con la premessa che ho già fatto, ovvero che chi ha scelto di non vedere la Robur questa annata ha tutte le sue sporche ragioni e che quindi qui non riceverà alcun tipo di biasimo, e che chi va a vedere il Siena ha tutte le ragioni per farlo, tento di fare un ragionamento il più oggettivo possibile. Rivolto, ovviamente, a chi sceglie di vedere lo spettacolo di questo anno.

Io ero uno di quelli che si incazzava quando, nelle annate del cosiddetto calcio vero (che poi, chissà mai cosa sarà ‘sto calcio vero…), sentivo molta (troppa) gente che, al motto di “Ricordiamoci da dove veniamo”, di fatto impediva di discutere della attualità, ovvero del calcio giocato e non della Serie A. Per cui, su questa base, si sono ingollate le psicopatie di Giampaolo e l’assenza di un metro quadro di erba per allenarsi. Già, perché prima, da dove venivamo, queste due cose non c’erano e quindi ora bisognava fare finta che tutto ciò che ci propinavano fosse una giusta concessione. Anche uno stronzolo di merda sarebbe andato bene.

E finché il buco di culo ci fece imbattere in Paolone, che invece i limiti imposti li voleva distruggere per andare oltre, tutto bene (per un attimo ebbi anche l’impressione che la massa avesse compreso…). Quando poi Paolone scomparve ed il Siena tornò nell’alveo marcio e decadente del sistema, allora ci si avviò verso la fine, perché anche il calcio vero doveva terminare. Ed il trend seguitò, toccando a mio avviso l’apice con Anna, inneggiata mentre ci traghettava al secondo pseudo fallimento.

Ora (forse) abbiamo toccato il fondo. E dobbiamo renderci conto di averlo fatto. Quindi, a mio avviso, ci si deve organizzare per non andare più giù- perché più giù si può sempre andare - e per essere minimamente pronti in tale evenienza. E poi bisogna vivere il momento attuale, così come ha fatto intendere la squadra a Borgo San Lorenzo. Signori, siamo in Eccellenza. Ok, non ci vogliamo stare. Ma almeno un anno siamo lì, impantanati. Per cui tirarsi su le maniche, adattarsi con umiltà al gioco di categoria, vedere strafalcioni e stecche che in tv sono ormai vietati, smettere di citare Sansiro, se non come ricordo utile. Per un anno siamo lì e, per chi il Siena seguita a vederlo, lì saremo.

Intanto anche noi organizziamoci per far sì che l’anno sia uno solo.

3 commenti:

  1. Caro primo, a Grosseto ne abbiamo fatti tanti di campionati di eccellenza e stranamente eravamo allo stadio più di ora, non è che siamo tanto più in alto ma questo è. Un in bocca al lupo sincero per una pronta risalita della Robur.
    Lunga è la strada, grande la meta.
    Grifo65

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  2. Dato che il Siena da sempre ha calcato i manti erbosi più prestigiosi delle serie pro, la partita con la Lastrigiana suppongo che sarà un incontro inedito. Giusto? Iena chiamatemi Iena.

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