Tadaaaa! Pensavate eh che si fosse finito con l’analisi del libraccio di Robert Kennedy, il fallito, “The real Anthony Fauci”… Sie! Si seguita e ora arriva il piatto forte: si parla di AIDS.
Ebbene sì, se Fauci oggi è qualcuno, lo deve soprattutto alla sua irreprensibile condotta, volta alla tutela dell’etica scientifica, quando anni fa scoppiò il bubbone dell’AIDS.
Come saprete, nei primi anni ‘80 una misteriosa e letale sindrome si diffuse nelle comunità gay delle principali città americane. Fauci al tempo galleggiava presso il National Institute of Allergology and Infectous Diseases (NIAID), un sonnacchioso angolo della burocrazia federale che sopravviveva grazie ai progetti di ambito militare, peraltro sempre più scarsi ed in forte odore di ridimensionamento.
Nel 1984 un ricercatore fin lì poco noto del National Institute of Health (da cui il NIAID dipendeva), Robert Gallo, rubando una tesi sostenuta dal francese Montagnier, annunciò di avere trovato il legame tra AIDS e un virus, anzi, un retrovirus, detto HIV. Dal che Fauci, nel frattempo diventato capo del NIAID, fece discendere che la competenza sulla malattia fosse roba sua, data la sua origine virale. Da quel preciso istante, arriva la svolta per il nostro nanetto.
Inizia da questo momento il racconto inventato di Kennedy, che vi illustriamo per farvi capire quanti e quali bugie il fallito dica ai danni del nostro amato nanetto.
Ecco qui il mix di strategie che Fauci propose ai clienti ammerigani: a) interventi allarmistici in lungo e in largo sui media; b) stime esorbitanti di contagi e morti futuri; c) conteggio distorto delle morti già avvenute (tutti i morti positivi all’HIV furono contati come morti di AIDS anche se non avevano alcuno dei sintomi).
Fu così che già nel 1986 i fondi federali per l’AIDS salirono a 63 milioni di dollari, diventati 146 milioni l’anno dopo e 3 miliardi nel 1990. Con questi fondi, Fauci comprò quasi tutto quello che c’era da comprare, a partire dal totale ed incondizionato appoggio dei media, che gli consentì, negli anni successivi, di andare in TV e affermare qualsiasi cosa riguardo all’AIDS senza che nessuno ponesse mai la minima domanda o facesse qualche semplice obiezione. Sul piano farmacologico, invece, Fauci, mise in piedi una estesa schiera di “pseudo-ricercatori”, chiamati Principal Investigators che, agendo formalmente fuori dal perimetro del NIAID, effettuavano ricerche mediche apparentemente indipendenti sui potenziali nuovi farmaci, destinati all’esame degli enti federali, in vista di una possibile autorizzazione. Peccato che i soldi necessari a tale attività venissero da Big Pharma, che a Fauci destinava cospicue royalties. I trials coinvolgevano le maggiori università del paese ed i loro laboratori, anch’esse sempre alla ricerca di nuovi finanziatori, generando un vorticoso giro di denaro, proveniente però dagli stessi soggetti sotto esame, il che dava a questi ultimi la sostanziale certezza che il processo sarebbe sempre finito con l’approvazione, che il farmaco testato funzionasse o no e indipendentemente dal presentarsi o meno di effetti avversi. Inoltre i PI, dato il loro ruolo di “acchiappafondi” per le Università, sedevano molto spesso negli organi direttivi degli atenei, e ne determinavano gli orientamenti di ricerca, decidendo dove guardare e soprattutto dove non guardare (ad esempio su sperimentazioni di farmaci off label, o a basso costo). Infine, grazie a questi ruoli accademici, i PI costituivano la maggioranza dei membri degli organismi “indipendenti” consultati dalla FDA per stabilire i protocolli di uso dei vari medicinali, primo fra tutti il VRBPAC (Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee), che stabiliva se e quando i nuovi vaccini erano da considerarsi “sicuri ed efficaci”. Vero è che esisteva un organo incaricato di valutare il profilo etico dei farmaci destinati all’esame di FDA, il NIH Bioethics, che poteva fermare eventuali conflitti di interesse; a capo di questo comitato stava la signora Grady, per purissimo caso moglie di Fauci. Tutto ok.
Fauci, in sostanza, lungo i due decenni di impegno esclusivo sul tema AIDS, andò sviluppando un vero e proprio protocollo standard acchiappasoldi attraverso il controllo dell’intera filiera riguardante le malattie virali e la relativa messa a punto dei farmaci per le cure. Esemplare fu la storia del farmaco-pilota fortemente sponsorizzato dal nanetto, il famigerato AZT.
Sviluppato inizialmente negli anni ’60 per la cura della leucemia, AZT era un distruttore di DNA delle cellule tumorali, tuttavia scoperto ben presto troppo tossico anche per trattamenti di breve durata, perché colpiva indiscriminatamente anche le cellule sane, al punto che fu bloccata ogni sua sperimentazione. Poi, nel 1985, un team della Duke University incaricato dal NIH di fare uno screening di tutti i farmaci in circolazione per trovare dei nuovi antivirali, sembrò scoprire che l’AZT uccideva in provetta il retrovirus HIV (insieme a molte altre cose, ma erano dettagli). Burroughs Wellcome fiutò l’affare e andò subito a mettere sotto licenza l’AZT come farmaco contro l’AIDS, fissando da subito l’esorbitante prezzo di 10.000 dollari a trattamento (di un anno). Tuttavia, ancora tre anni dopo, il NIAID non aveva in mano un singolo studio che provasse l’efficacia dell’AZT contro l’AIDS, ma i medici sul campo, intanto, avevano sviluppato dei protocolli che, utilizzando altri farmaci già esistenti, avevano evidenziato una certa efficacia nel curare i sintomi della malattia. Fauci allora iniziò a definìre in TV “notoriamente tossici” tutti i preparati che non fossero sotto licenza ed in mancanza di risultati scientifici tornò a battere cassa mobilitando i media, attraverso la solita grancassa della paura, dipingendo l’AIDS come una malattia che avrebbe potuto colpire tutti, se non si fosse posto rimedio. Nel frattempo, dopo avere boicottato ogni possibile sperimentazione su farmaci già in uso a basso costo, si rifiutava di autorizzarli. Messo alle strette, in una drammatica audizione al Congresso nel 1988, Fauci ammise che, se fosse stato lui il malato di AIDS, avrebbe utilizzato una delle medicine che il NIAID si rifiutava di testare (stessa cosa che disse trentadue anni dopo riguardo al Covid, ammettendo che avrebbe preso idrossiclorochina se fosse stato lui il malato). Dopo la catastrofica audizione, per conservare posto (e soldi) Fauci decretò che il NIAID avrebbe finalmente sperimentato i farmaci alternativi ma dietro le quinte garantì ai suoi referenti di Big Pharma che i trials gestiti dai suoi Principal Investigators sarebbero stati truccati in modo da farli fallire.* Anche così però i trials continuavano a dare buoni esiti e allora Fauci cominciò a chiuderli anzitempo per mancanza di volontari, finché finalmente la FDA approvò l’AZT sulla base di uno studio di soli quattro mesi (dovevano essere almeno sei, ma in questo modo gli effetti collaterali del farmaco ancora non si erano manifestati). Ancora prima che i risultati fossero certificati, Fauci fece una delle sue mosse preferite: convocò la stampa. Nessun dato, nessuna verifica possibile, nessun documento sullo studio sottostante; la sua parola doveva bastare. E bastò. Come dice testualmente Kennedy: “La scienza era diventata ciò che l’Ente regolatore diceva che fosse. Non ci sarebbe stata alcuna opportunità per i giornalisti di leggere i dati ambigui, né di valutare eventuali opinioni contrarie di altri esperti, o altre testimonianze”.
Negli anni successivi all’introduzione dell’AZT, il numero dei morti di AIDS aumentò vertiginosamente; nell’ultimo anno senza AZT erano decedute, in tutti gli Stati Uniti, circa 12.000 persone di AIDS, cinque anni dopo si arriva a 36.000. Con i dosaggi previsti dai primi protocolli di cura (rimasti in vigore per 5 lunghi anni) il tempo di sopravvivenza dei pazienti trattati con AZT era mediamente di 4 mesi. Ma nessuno collegò la cura all’aumento dei morti: al più dissero che “senza AZT sarebbe stato peggio”.
Se tutto ciò che avete letto sopra vi rammenta qualcosa, siete dei terrapiattisti. E dei falliti.
* Per la cronaca, alcuni dei dati alla base dello studio, due anni dopo, finirono in mano ad alcuni giornalisti investigativi, che riuscirono a descriverli (su una rivista svizzera, senza particolari conseguenze negli USA) come “sistematicamente truccati”, ma solo dopo altri quattro anni una gola profonda del NIH rivelò la verità completa. I partecipanti più deboli alla sperimentazione venivano piazzati nel gruppo placebo, quelli del gruppo principale ricevevano trasfusioni continue e, quando gli effetti avversi erano troppo evidenti, venivano sostituiti con pazienti “nuovi”, mai trattati. In ogni caso gli effetti avversi dei pazienti trattati con AZT non venivano quasi mai trascritti. Nonostante questo, lo stesso Fauci ammise molti anni dopo che i benefici evidenziati nello studio erano “modesti”, ma alla FDA bastarono.
Nella Lupa Senese solo un cittino poccia..... questo è ABC...
RispondiEliminaIl Granacci
Quando scoppiò il delirio Aids non era facile reperire informazioni che non fossero quelle passate da giornali e TV e io ero talmente piccola che non mi sono mai fatta tante domande,nemmeno negli anni successivi. Un paio di anni fa leggendo "ballando nudi nel campo della mente" ho realizzato che il più grosso business farmaceutico ,a spese della nostra fiducia , è iniziato proprio lì e mi sono sentita una sprovveduta. Aveva ragione mio nonno,non fidarsi di nessuno,occhi aperti e studiare da soli. Quel libro mi ha fatto capire tante cose nonostante siano solo pensieri alla rinfusa e ricordi dai tratti sconnessi.
RispondiEliminaLetto anche io. Un libraccio scritto da Kary Mullis, un noto terrapiattista, putiniano e fallito. Ah, è anche premio Nobel, ma a noi commentatori Esperti questa cosa non importa. Consiglio invece i libri di Burioni. Al-Mutanabbi
EliminaGià che ci sono ti lascio un'idea per le ferie,magari ti fa comodo un domani. Penisole calcidiche, partendo da Salonicco. La Grecia sana,senza italiani,senza raccolta differenziata,senza ambientalisti,senza salutisti,senza campagne gender,senza divieti di sosta né autovelox,senza ombrelloni a pagamento,senza lavaggio del cervello all'europea,senza un sacco di cose. Evitando Sithonia che è stata pubblicizzata e ha qualche italiano di troppo. Passando per Kassandra e soffermandosi soprattutto su Uranopoli, nell'ultima penisola,quella del monte Athos. Turisti bulgari, serbi e romeni,gente educata e piacevole,qualche ungherese. Io personalmente amo anche Salonicco che ha una decadenza attraente e dei contrasti interessantissimi. Da Salonicco si raggiungono in giornata i monasteri di Meteora che sono di una bellezza sconvolgente o le terme di Pozar e le cascate di Edessa. È la seconda volta che torno qui,ci si sente a casa se si è sani di mente. Ho perso il tuo numero cambiando cell :( però ti pensavo l'altro giorno,per questo te l'ho scritto qui!
RispondiEliminaVale
Ciao. La Grecia l’ho visitata tutta, tranne qualche isola e, appunto, da Salonicco in là. Ed è sempre stato un mio enorme cruccio. Oh, si sa che a Salonicco sono putiniani, però ce la faremo ingozzare… Fai riferimento al nostro comune amico per il cellulare. Ciao. Al-Mutanabbi
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EliminaQuando torno recupero il vecchio telefono,tanto ti scrivo due volte l'anno e una è andata :) ciao
medesimo errore già commesso due anni fa allargando la vaccinazione a tutti da 0 a 100 anni senza nessuna distinzione. Noi dobbiamo, per quanto riguarda l'Italia perché ovviamente a me dei Cdc interessa sinceramente poco, cercare di evitare gli errori commessi nel passato", dice all'Adnkronos Salute Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando la nuova raccomandazione sulle vaccinazioni Covid negli Usa. Su suoi ragazzi Bassetti è lapidario: "I miei figli e mia moglie non si vaccineranno".
RispondiEliminaChe ne pensi del mitico bassetti in proposito del cambio repentino di opinioni sul covid almuta? Cambio di governo cambio di pen-siero?
Ritardo nel bonifico. La neo Scienza funziona così. Al-Mutanabbi
EliminaBassetti ha sempre fatto così,non era favorevole nemmeno a fare la terza dose agli under 40,poi è finito a raccomandare la terza dose anche per i neonati,ma così si fa più presa sull'italiano medio che è portato anch'esso a cambiare pensiero come cambia il vento. "Alla luce delle nuove informazioni " il soggetto di riferimento si identifica nel borioso genovese che ha anche il "coraggio" di cambiare idea.
EliminaChiedo scusa, ma ci sono diverse esigenze. Bassetti è un venditore e quindi il suo lo fa, a costo di ammazzare la gente (c’è chi ci riesce). L’itagliano medio ha il qi di un’alga, per cui, per come siamo messi, è uno che mangia, caca, consuma e quindi è bene che sparisca il prima possibile. La natura sta facendo pulito, ma è normale che ciò avvenga, vanno avanti le specie intelligenti. Al-Mutanabbi
EliminaSemplicemente, lo stupido accetta di essere macellato? A me va benissimo, si sta più larghi. È tristissimo, ma purtroppo bisogna accettare la realtà. Al-Mutanabbi
EliminaSe qualcuno volesse invece avere una prospettiva meno infarcita di cazzate sulla carriera di Fauci, consiglio questa intervista https://asm.org/Podcasts/MTM/Episodes/The-Career-of-Tony-Fauci-MTM-143
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