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venerdì 18 gennaio 2019

Ricominciare

Ragazzi, ci siamo. "Ragazzi" naturalmente è un complimento d’incoraggiamento, visto e considerato che un altro anno è trascorso e l’impietosa carta d’identità gelosamente custodita nel portafoglio racconta una verità differente. Che poi "ragazzi" è come "dottore": un titolo più o meno meritato che in questo Paese viene sparso sulla gente come parmigiano sui pici al sugo di cinghiale.

E qui già vedo il fronteggiamento dei cacisti avversi ai puristi del sugo libero. Perché una cosa a noi essere umani riesce bene: dividerci in schieramenti e cercare un nemico comune. Non c’è cosa che unisce di più di un avversario. Prima c’erano i cittadini contro i contadini. Poi arrivarono i sardi, i meridionali, gli albanesi, etc. etc… Ma quale unione: è il nemico a fare la forza! 
Comunque, dopo venti inutili giorni di agonia, passati a mangiare e guardare film osceni (che nonostante tutto ci ostiniamo a non capire!) siamo finalmente pronti per ripartire col girone di ritorno. Oddio, di questo orribile calcio francamente nessuna ne avvertiva la mancanza e si poteva stare benissimo senza anche per i prossimi due mesi. Tuttavia, nolenti o dolenti, sabato si ricomincia. E riprendere le vecchie abitudini, si sa, è sempre doloroso. Mi smentisca pure chi non si è mai trovato in difficoltà il giorno prima di rientrare a scuola dopo le feste di Natale, oppure la sera prima di tornare al lavoro verso fine agosto. In queste settimane abbiamo bevuto, sorriso, brindato e pianto. Abbiamo scartato inutili regali facendo buon viso a cattivo gioco, abbiamo scritto lungo messaggi di auguri dimenticandoci poi di inviarli e abbiamo aspettato che i giorni passassero. Attendendo, giorno dopo giorno, che la pausa invernale (manco fossimo nella fredda Sassonia) terminasse, per tornare finalmente allo stadio: l’unica cosa che da una vita ci riesce di fare bene. 
Cos’è successo in queste lunghe settimane? Non lo so! Volete qualche chicca di calcio mercato? Cercato altrove. Io, dal mio piccolo abbaino di periferia, posso soltanto raccontarvi ciò che vedo e, con questa oscura nebbia che avvolge le cose rendendo il mondo tutto uguale, la mia visuale è limitata. Meno male che ultimamente ha fatto piuttosto freddino altrimenti il mio orizzonte sarebbe stato confinato a pochi metri oltre il davanzale. Se volete però posso inventarmi storie assurde di calcio mercato. Parlare di attaccanti fantastici in arrivo o cessioni dolorose evitate per un pelo. Ma non ne ho affatto voglia. Quindi: abbiamo un portiere che para, dei difensori che difendono, degli attaccanti che attaccano e dei centrocampisti che centrocampano. In panchina siedono ben due allenatori e in tribuna d’onore c’è una famiglia intera a rappresentarci. Cosa vogliamo di più? Niente. Guberti è rimasto, quell’altro sembra non parta. Il portiere secondo vorrebbe andarsene ma non trova di meglio e pertanto resta qui. Solo Pane è fuggito, ma non ne sentiremo certo la mancanza. Anzi, Siena è un posto migliore senza di lui. E poi dice che il Mister sia pronto per affrontare i prossimi mesi col piglio giusto. Quindi animo, perbacco! Anche perché lo scorso anno arrivammo alla fine con un pochino di fiatone, quindi quest’anno poniamo rimedio, imparando dai nostri errori e prepariamoci per benino. Ad oggi francamente come risultato vorrei almeno tornare in finale dei play off. Questo sarebbe già un bel traguardo, credo. Ma è troppo facile dirlo a gennaio, perché poi arrivi a giugno, perdi la finale e ti girano le scatole a mille. Come quelli che dicono: "Mi basta non bocciare, non me ne frega niente quante materie mi danno", ma poi scoprono di averne prese tre e ci rimangono male. No, lo dichiaro oggi e non lo ripeto più: riportatemi in finale anche quest’anno e poi, come dicono i Francesi, chi l’ha più lungo se lo tirerà. 
Dice che il nostro prossimo avversario, il Pisa di Pisa, abbia comprato tutto ciò che poteva comprare. Boh, spero che i nuovi non li faccia esordire proprio contro di noi. Ma poi penso: e se fossero scarsi? Non sarebbe meglio che giocassero subito? Mah. Non sono un grande stratega, quindi non posso aiutarvi. Nelle ultime tre edizioni della partita Pisa - Siena, una volta abbiamo perso (all’epoca sì che eravamo ragazzi.. E quanti bei capelli biondi che avevo!), un’altra abbiamo vinto e l’ultima s’è pareggiato, anche se ai punti ce la saremmo meritata noi. Ma il calcio, si sa, non è la boxe e dopo il triplice fischio non ci sono giudici da corrompere a suon di verdoni. Vorrei scrivere qualche bella frase ad effetto, ma sono soltanto un povero cristo di periferia, chiuso dentro ad un angusto abbaino immerso nella nebbia, quindi temo che dovrete accontentarvi delle solite parole. Una cosa è certa però: giochiamo contro una delle migliori tifoserie della Toscana (anche anche…), che soltanto a vederli cantare viene voglia di unirsi al coro. Nonostante le tristi vicissitudini che hanno dovuto subire, sono ancora là, grandi e piccini, donne e bambini, maglietta, sciarpa e cappellino. Vorrei tanto dire lo stesso di noi, ma so che m’ingannerei. Peccato: col tempo eravamo diventati qualcosa. Ma quel qualcosa si è dissolto come neve al sole. Che ci vuoi fare, mi disse un tale, Siena è così. Così come? Chiesi io. Ma mai arrivò alle mie orecchie una risposta degna di tale nome. Siena è così... Boh! Ricominciare, anche per provare a tornare quelli dei tempi belli, quando lo stadio era illuminato da luci abbaglianti e in curva si cantava il "Tutti avanti"...

Pisa - Siena: ricominciare per continuare a vincere. Ripartendo esattamente da dove ci siamo interrotti. Anche per il 2019: avanti bianconeri!

Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!


Mirko

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