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mercoledì 9 gennaio 2019

L'esplosione dell'offerta turistica napoletana: a qualcuno interessa?

Torno dalla vacanzina invernale da Napoli, sempre più meravigliosa e sempre più divertente, con qualche etto in più addosso e tanto stupore per aver constatato quanto ci si sia dato da fare per attirare ed accogliere i turisti. Qui di seguito qualche libera riflessione a tal proposito, che potrebbe interessare forse qualche nostro amministratore, ancora in attesa di capire come meglio direzionare la proposta di accoglienza turistica nostrana.
Anzitutto una premessa, forte e chiara: è Napoli che detta le regole al turista e non il contrario. Napoli è un mondo a parte, una filosofia, un unicum che accetta compromessi, a costo che non si intacchi l'identità stessa della città. Lo abbiamo rilevato più volte in questi giorni, a fronte di richieste incoerenti del mondo globalizzato (soprattutto degli stormi dei vecchini del nord, incivili e capricciosi come non mai), Napoli - esempio reale di pacifica convivenza di tante menti diverse - non tollera e boicotta: anche in questo sta la sua bellezza. Napoli è sempre Napoli, se non piace... pazienza, evidentemente non a tutti si può andare a genio ed il mondo è così grande e variegato che sicuramente chi non apprezza troverà posto da un'altra parte. Napoli cioè insegna non solo quanto sia ingiusto piegarsi ai diktat famelici delle regole di mercato (anche quello della cosiddetta "cultura"), ma anche che si può sopravvivere e progredire (alla grande) ponendosi a debita distanza dai suddetti diktat.
Ordunque, Napoli per queste feste è stata letteralmente invasa dai turisti, pare nella misura di un quasi + 20% rispetto all'anno passato. Un vero e proprio boom, che ha causato problemi di adattamento, ridotti solo per la eccezionale creatività del cervello partenopeo, che punta anzitutto a risolvere il fuori standard, con tempi e costi più bassi possibili; anche col rischio di andare fuori dalle regole (imposte).
Il perché di tale incremento è presto detto. Napoli trabocca di offerte di arte di altissimo livello; forse anche in maniera "eccessiva", visto che è oggettivamente difficile gestire la totalità delle richieste di recupero di gioielli artistici, che restano in attesa di essere risistemati. Ove ciò sia già stato possibile, si è assistito appunto al boom di presenze di cui stiamo parlando.
La formula trovata è semplice ma efficacissima: io Comune do a te privato una concessione sopra un bene artistico, te privato ci tiri su un business di qualità e tutti e due si sta bene, te privato perché ci guadagni direttamente, io Comune perché ci guadagno indirettamente. Ed il privato è quasi sempre una associazione culturale di ragazzi giovani, volenterosi, bravissimi nello spiegare cosa stanno proponendo, preparati nel divulgare notizie che ben affascinano il turista. A Napoli cioè non si è andati a cercare "la solita gente" (quelli bravi), non ci si mette a 90° davanti a sponsor altisonanti, non si battono percorsi già battuti in precedenza, non si arricchiscono sempre i soliti noti. No, si tenta di coinvolgere ragazzi, gente giovane, che fa Cultura nel senso più alto del termine.
Napoli sta tentando un reimpiego di una enorme forza lavorativa giovanile sul settore del turismo e sul suo indotto e lo sta facendo nel modo migliore possibile, ovvero dando chance al di là dei poteri che comandano e corrompono la società. Potere che a Napoli si chiama camorra, altrove massoneria & amici degli amici, altrove clientela di chi magari ti ha aiutato a raggiungere una posizione di comando.
Napoli, pur con tutti i suoi annosi ed immani problemi secolari, sta scoprendo un'altra età dell'oro. Siena ha tutte le potenzialità del caso per seguirla, sebbene con dinamiche differenti. Ma allora, alla fine, qualcuno ci vuol dire cosa si intenda fare nel borgo polveroso per creare sviluppo consapevole nel settore della cultura, al di là dei riusciti divertissement legati all'intrattenimento one shot delle vacanze natalizie? Il modello napoletano può ad esempio essere preso come esempio? Vero, ci vogliono due componenti essenziali: da una parte un preciso input dell'Amministrazione a concedere spazi ai giovani, dall'altra parte giovani che abbiano voglia di mettersi in gioco ed uscire dalla bambagia delle banconote di babbo e nonno (che prima o poi finiranno...). Ecco, queste due componenti... esistono oppure no?

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