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venerdì 27 luglio 2018

Okkio al vulcano

Vi pubblico ciò che non avrei mai voluto pubblicare. Qualche tempo fa, sull'onda di un post partita eccentrico contro una nota squadra di un noto DG, decido di buttare giù un articolo stizzito, non propriamente politically correct. Ci dormo una notte, poi due. E decido di non metterlo in chiaro. Ma non cancello, il pezzo resta lì. Oggi, dopo le (ennesime) farneticanti dichiarazioni di un minus habens che di mestiere fa - appunto - il DG di una squadra di football, decido con grande contentezza di farvi leggere la cazzatucola che al tempo avevo scritto.

Oggi Wiatutti si butta nell'agone geologico-scientifico, in stile Super Quark. Anzi, in stile Vulvia di Rieducational Channel: "Lo sapevate? I vulcani possono esplodere da un momento all'altro! E cosa li fa esplodere? ... Non si sa, su Rieducational Channel".
Già... impressionanti questi crognoli, che sovrastano spesso terre e genti sottostanti. Anche io, quando è capitato, alzando gli occhi al cielo, mi sono sentito una mezza sega, una nullità, di fronte alla potenza della natura. E soprattutto mi è capitato quando sono andato in Sicilia, a Catania nello specifico.
Bellissima Catania. Per me, fu una vera sorpresa. Pietra lavica lavorata nei grandi ed eleganti palazzi, i rigogliosi giardini, le lunghissime vie. La gente... vabbè, come dappertutto.
Una volta, quando andai, l'Etna eruttò. Era il 1992, la lava avanzava impietosa, uno spennacchio di lapilli si alzava altissimo, spettacolare e terrificante. Poi, d'impatto, la colata finì, proprio mentre i blocchi incandescenti lambivano le case di Zafferana Etnea.
Da allora, l'Etna non è mai stato fermo. Una piccola eruzione qui, un'altra un po' più grande là. Qualche episodio preoccupante, come i dieci feriti di un annetto fa, fino alla continua attività di quest'anno.
Sia chiaro, nessun pericolo esiste o esisterà per la popolazione residente. Le eruzioni sono solitamente "annunciate" e forniscono tempo a sufficienza per una eventuale evacuazione, così come predisposta dalla Protezione Civile.
'A Montagna, così come la chiamano i Siciliani, insomma non fa paura. Meglio così.
Tuttavia, Wiatutti ha un sogno. Che non è proprio politicamente corretto, per cui, cortesemente, ora mandate a letto i bambini.
Il sogno è che un piccolo lapillo di lava, staccatosi dalla colata, investa a caso questo personaggio, che è stato citato sul referto del giudice sportivo in merito al dopo partita di domenica sera: "Persona non identificata, ma riconducibile alla società, presente sul terreno di gioco, al termine del primo tempo di gara colpiva con un pugno all'altezza del torace un calciatore della squadra avversaria". Episodio sul quale, per quanto sappiamo, non si è trovata alcuna parola di condanna da parte del presidente della Lega Pro. E che poi, di rimbalzo, si posi sulla testa di un dirigente che ha innescato tutto questo casino.
Un lapillo, non chiediamo niente di più. 

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