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giovedì 26 luglio 2018

Il racconto della morte di Marchionne

Esco fresco da un lutto familiare, per cui lungi da me andare ad apporre giudizi di merito sulla dipartita di Sergio Marchionne. Un essere umano è venuto a mancare ed è il momento del silenzio. Solo dei gazzillori come il vostro Governatore si possono permettere di proferir parola.

No, nemmeno voglio qui discutere della figura di Marchionne in vita. Ho una mia precisa idea in merito (per niente positiva), ma - ripeto - per me non è il momento per queste analisi.
Invece, mi ha fatto un certo effetto la modalità del racconto della morte dell'uomo, che mi ha lasciato e continua a lasciarmi sorpreso e sgomento.
Qualche lancio giornalistico aveva scritto, fin dalla fine di giugno, di un'operazione alla spalla cui il manager si era dovuto sottoporre presso una clinica di Zurigo. Poi un lungo silenzio, infine venerdì sera, dal niente, le prime voci di condizioni "improvvisamente aggravate", proprio alla chiusura delle Borse ed in attesa di un lungo week-end, quando sarebbe risultato impossibile un tracollo delle azioni della FCA in seguito alla notizia. E, da quel preciso momento, un bombardamento di notizie che annunciavano l'imminente morte di Marchionne, per una non mai precisata causa.
Clamorosa la rapidità con la quale avviene il rimpasto manageriale dell'azienda: convocazione dei CdA di FCA, Ferrari e CNH Industrial al sabato e soluzioni trovate al millimetro, quasi come se tutto fosse stato già precedentemente approntato.
La conseguenza è stata quella di accompagnare e far abituare il mondo all'inevitabile tragitto verso la morte, soprattutto in vista della riapertura delle Borse il lunedì mattina, con il titolo che perde, ma senza esagerazione. Diversa probabilmente sarebbe stata l'ipotesi di un annuncio della tragedia durante la settimana.
In parallelo, la lettera del presidente John Elkann ai dipendenti dell'azienda. Che pare essere vergata di getto, ma che invece risulta troppo articolata per esserlo davvero. Lettera estesa, di quelle che si devono scrivere, nel modo in cui si devono scrivere. Divisa in parti, facilmente riconoscibili: una prima emotiva, una seconda discorsiva, una terza programmatica. Nella prima parte si ricorda Marchionne suscitando forte emozione, nella seconda si racconta la sua storia all'interno dell'azienda (una storia di successo), nella terza si presenta ufficialmente il successore, nei binari della continuità, senza spaventare gli interlocutori. Nella tecnica della PNL, si accendono tre diverse zone del cervello del lettore, ognuna delle quali, in sequenza, ci fa elaborare a grande velocità il lutto. Il tutto con il solo fine di gestire una crisi, pericolosa per le sorti della FCA.
Ed infine, ad oggi, nulla di preciso si sa sulle esatte cause della morte. Tumore? Operazione andata male? Arresto cardiaco? Voci che si rincorrono, senza alcuna certezza. Quasi come se, per l'idea narrativa comune, si corresse il rischio di rovinare la figura di un manager, di fatto inattaccabile da mali che colpiscono la gente comune. Un racconto verso l'idea di immortalità.
Tutto ciò è spaventoso. Disumano.
Felice di non far parte di questo mondo.



"Sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato fino ad ora".
(Lettera di J. Elkann ai dipendenti di FCA, 22.07.2018)

2 commenti:

  1. Pazzesco, sono giorni che anche io mi ritrovo immerso nei tuoi stessi pensieri!!!
    OHIBO' !!!

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  2. Il momento piu' importante nella vita di un uomo e' stato gestito tutto in funzione dell'interesse di un'azienda.
    Qualcuno avra' pensato al bene della sua anima, quella si' immortale?
    Perche'in questo momento Marchionne non ha piu' a che fare con i Cda, ma deve rendere conto all'Azionista Totalitario di tutte le sue scelte compiute nella vita.
    Per fortuna il Proprietario Universale ha una qualita'sconosciuta ai pesce cani globalisti: la Misericordia.

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