All'improvviso, a Sinistra, un bagliore...

Per noi sinistrorsi (o sinistri, che è bellino) forse forse qualcosina si intravede, a Siena.

Ve lo premetto, non parlo assolutamente né di PD (scusa) - che ormai ha finito il suo percorso per posizionarsi nella griglia della proposta politica in una casella di estremo liberismo economico, finanziario e massonico - né di Sinistra per Siena - ultimo residuato post-bellico di apparato burocratico in stile URSS brezneviana.
No, parlo di Potere al Popolo! entità che porta con sé, finalmente, i germi di un rilanciato avvicinamento alla gente normale.
Il risultato elettorale, per PAP, è stato assai limitato (appena 2,16%), ma questi circa 500 voti possono rappresentare, se ben gestiti, una buona base per il futuro.
C'è gente giovane, anzitutto, dentro PAP. E c'è gente popolana. Ci sono gli amici Michele, Maurizio e Alessandro, persone che sono nate e vissute nelle lastre e che della nostra città hanno cura e memoria. Ci sono pochi professoroni, punti salottieri. Pochi arcobaleno, che ci hanno stufato, a noi che amiamo molto i bestemmiatori dei circoli ARCI di periferia.
La finta sinistra, in questi anni, ha allontanato volutamente le masse (che ancora esistono), perché esse fanno schifo: ignoranti, violente, populiste. Guardate dall'alto dagli obbrobriosi radical chic, si sono giustamente svicolate da questo focus sprezzante, rivolgendosi a chi, che sia vero oppure no, si è offerto di ascoltarle. L'esempio del voto di Terni, città proletaria per eccellenza, è lì, a dichiarare la morte di questa sinistra fuffara, moralista, arrogante, improduttiva.
PAP, mi pare, ha capito la lezione; ancora forse non del tutto, ma la strada è probabilmente quella giusta. Tornare a Siena a parlare al popolo, proporre aiuto, ma soprattutto progetti di Sinistra, di rilevanza sociale, tenendo lontano tutto ciò che sa di calcolo economico.
Ora, a mio avviso, manca qualche tassello, per essere grandi. Bisognerà cioè essere attraenti, pur non perdendo la propria precisa connotazione.
Quindi, via le scorie ideologiche, che sanno di un passato che è sì un valore, ma non può rappresentare un futuro. Basta, tanto per intendersi, parlare di fascismo ed antifascismo a sproposito. Basta etichettare chi non la pensa come noi. Basta pensiero unico. Basta puntare il dito.
Parlare, domandare, aprirsi, confrontarsi, discutere.
E prendere posizione, anche scomode. Mi è piaciuta tantissimo la risposta perentoria data al Sig. Vigni, che evidentemente voleva allargare la propria bonaria influenza su un territorio non suo. E mi è piaciuto molto il non essere schierati per l'uno o l'altro candidato al ballottaggio, con motivazione coerente e ferma, oltre lo steccato ideologico, comunque richiamato ma ben contestualizzato.
Segno che c'è consapevolezza, segno che non c'è chiusura.
Ah, e c'è da recuperare Ernesto...