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venerdì 10 giugno 2016

Cuore e legge

Perdonatemi se torno sulla questione Robur - e sì che mi ero ripromesso di non più scrivere fino alla soluzione del passaggio di proprietà - ma mi ha stimolato ad una profonda riflessione un articolo apparso sul Corriere di Siena.
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Alessandro Lorenzini ci aggiorna sulla situazione della Robur, tirando le somme sull'iniziativa del sindaco di convocare un tavolo di trattativa fra Ponte e Durio, onde evitare di arrivare ad un arbitrato che allungherebbe i tempi di soluzione della querelle fra i due contendenti.
Il punto dell'articolo che mi ha fatto pensare - e quindi w gli articoli che fanno pensare - è quello in cui si riferisce e si commenta la scelta presidenziale di non presenziare direttamente all'incontro, ma di inviare in propria vece l'avvocato Sallustio: "Una replica lettima, s'intende. Di certo però, rispetto a quella data da Anna Durio, la risposta di Antonio Ponte è decisamente diversa. Come interpretarla? Affidare la risposta ad un legale per un incontro che lo stesso sindaco ha definito "informale", pur se sostanziale, visto che di fatto il primo cittadino non può interferire in una trattativa fra privati, non pare un segnale di apertura".
"Non pare un segnale di apertura"... Mmmmh....
Allora... di sicuro non è un gesto di distensione, in questo ha ragione Alessandro. Tuttavia mi garberebbe tentare di approfondire l'analisi di questa scelta, che a mio avviso simbolizza qualcosa di più complesso.
Premettiamo che Ponte, per quanto folleggiante, non è uno stupido, anzi. Circa un anno fa lo definii "un genio (del male)" e qualcuno si sdegnì: ma alla luce di quanto sta succedendo, penso di aver avuto forse ragione.
E proprio partendo da questa considerazione, la preferenza di schierare la corrazzata Sallustio davanti al sindaco non è a mio avviso casuale.
Pare che Sallustio sia un avvocato "peso", bello gadollo, importante. Quasi di sicuro, nella redazione del contratto preliminare, è stato sveglio parecchio, se ha portato ad oggi un compratore ad aver versato 2 milioni di euro senza avere niente di concreto in mano.
Valentini ha optato, pensiamo per scelta strategica e per opportunità, di procedere con una strategia soft, del tipo: "Tento di fare qualcosa, ma più di tanto non posso". E Ponte, con l'epifania di Sallustio, mi pare proprio che abbia ribaltato il concetto: "Qui non si scherza, ci sono in ballo milioni di euro, per cui schiero la mia carta migliore". In un certo senso, non ci sentiamo di dargli molto torto.
Non so, forse sbaglio, ma ho come la sensazione che in questa transazione qualcuno lavori alla leggera, mentre altri tentino di tutelare al meglio il proprio business, passando sopra a tutto e a tutti. Oppure, per parafrasare il Paolo Brogi di alcuni giorni fa, va bene ragionare di cuore, ma purtroppo esiste anche una legge, esistono contratti, esiste la capacità di scrivere i contratti e di saperli leggere.

2 commenti:

  1. Scrivo dopo aver letto sul FOL della telefonata di "quell'avvocato"...
    Si è tifosi quando ci si può permettere di pensare alla squadra senza metterci dentro nessun altra questione che non siano il gioco e la passione per la maglia.
    Quando ci si rende conto che il nostro futuro di tifosi è legato a questioni che con il gioco e la passione non c'entrano nulla, allora ci si ritrova ad essere spettatori... e, ovviamente, passivi.
    ... certo che, pensando al gioco espresso a partire dall'andata col tuttocuoio... a me rimane il tarlo che la scomparsa dell'impegno fosse legata a doppio filo con le prospettive future della società... come se ci fosse già chi sapeva che, nella migliore delle ipotesi, andava a finire come vediamo... e ancora unn'è finita!!!

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  2. Antonio Ponte purtroppo ha confermato con i fatti di essere un vero incapace... ed ora vuole guadagnare il più possibile da un fallimento tutto suo... complimenti al Sig. Ponte... personaggio veramente squallido

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